Sport, botte e polemiche

Derby violento, i consiglieri comunali di Catanzaro: «Chi copre le responsabilità di quanto accaduto a Cosenza?»

In 21 sottoscrivono una durissima nota bipartisan chiedendo risposte ai tanti interrogativi sulla gestione dell’ordine pubblico in occasione della partita di domenica scorsa. Il sindacato dei giornalisti Rai si difende dalle accuse di disinformazione: «Attacchi inaccettabili»

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di Redazione Attualità
6 marzo 2024
17:46

Non accennano a placarsi le polemiche scoppiate in seguito agli scontri agli scontri tra tifoserie che sono seguiti al derby calabrese di serie B Cosenza-Catanzaro. Attraverso una dura nota bipartisan, 21 consiglieri comunali di Catanzaro, di entrambi gli schieramenti, chiedono spiegazioni su quanto accaduto domenica: «A circa 72 ore dai fatti del derby, ancora non abbiamo una ricostruzione veritiera e ufficiale, da parte di questura e prefettura di Cosenza. Perché?» Tanti ancora i dubbi sulla dinamica degli eventi, anche se per alcuni ultras giallorossi è già scattato l’arresto.

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I consiglieri comunali parlano di notizie non veritiere fornite da alcuni organi di stampa e, in particolare, puntano il dito contro il Tgr Rai Calabria. Lo fanno insinuando il dubbio che ci sia stato un vero e proprio inquinamento informativo, come dimostrerebbe «la presunta aggressione a bambini da parte della tifoseria catanzarese», notizie che, secondo i sottoscrittori della nota, sarebbero state diffuse da fonti che avrebbero avuto l'obiettivo «di coprire una pessima pianificazione dell'evento e della gestione dell'ordine pubblico».


«Al di là della condanna per ogni episodio di violenza appare chiaro che esistono palesi anomalie», affermano i 21 consiglieri comunali di Catanzaro, snocciolando una lunga sequela di interrogativi: «Perché - chiedono - non si è stati in grado di gestire in modo adeguato la fase di vendita dei biglietti? E perché si è scelto di vendere un numero così esiguo di biglietti agli ospiti rispetto alle reali possibilità del settore? Il numero di forze dell’ordine era adeguato rispetto al numero di persone previste nell'evento? Perché non si è stati in grado di garantire la sicurezza dei rappresentanti della società oggetto di aggressione in tribuna? Perché per quei fatti nessun tifoso del Cosenza è stato fermato? Perché alla tifoseria organizzata, all'ingresso, è stato fatto fare il percorso più lungo per raggiungere lo stadio? Perché non si è consentito l'ingresso in modo agevole e sicuro ma con fare provocatorio si è consentito l'ingresso alla tifoseria catanzarese a partita ampiamente iniziata e da un varco di meno di 1 metro? Perché si è consentito che la tifoseria catanzarese venisse fatta oggetto durante tutta la partita di lancio di fumogeni, bombe carta, pietre, bottigliette d'acqua e addirittura venissero puntate contro il settore batterie di fuochi di artificio? Perché nel settore dei tifosi del Cosenza non sono intervenuti per fermare tali situazioni di pericolo né steward né forze dell'ordine? Perché nessuna telecamera ha ripreso? Perché si sceglie all'uscita del settore ospiti di avere un atteggiamento provocatorio verso la festante tifoseria catanzarese? Perché si sceglie il percorso più lungo anche all'uscita senza presidiare la famosa rotatoria del McDonald dalla quale partono, invece, oggetti contro i tifosi del Catanzaro? E perché lì nessun tifoso del Cosenza viene fermato o identificato? Perché i video che riprendono la realtà vengono tagliati dalla Rai? Chi ha danneggiato i bus dei tifosi catanzaresi? Perché nessuno ha tutelato le famiglie catanzaresi in trasferta a Cosenza? Perché non si è dato credito alle testimonianze sui social di esponenti della tifoseria cosentina su quello che è realmente accaduto?».

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«Alcune semplici domande - concludono - alle quali le autorità competenti della città di Cosenza crediamo debbano dare risposte veloci e serie.  Auspichiamo che gli organi competenti facciano piena luce sull'accaduto. Perché il rischio, certezza oggi, è che tutto ciò non faccia altro che danneggiare la città di Catanzaro e l'US Catanzaro in un momento storico e delicato – concludono i 21 consiglieri comunali -. E non vorremmo che oggi i catanzaresi continuassero a pagare strane e sconosciute regie che minano sempre più a demolire il Capoluogo di Regione».

La nota è a firma dei consiglieri comunali: Bosco Gianmichele, Buccolieri Gregorio, Capellupo Vincenzo, Carpino Alberto, Caviano Igea, Celia Fabio, Ciciarello Emanuele, Concolino Lea, Corsi Antonio, Costa Giovanni, Costanzo Sergio, Laudadio Manuel, Levato Luigi, Lobello Alessandra, Palaia Daniela, Polimeni Marco, Riccio Eugenio, Scarpino Francesco, Sergi Danilo, Serraino Tommaso, Verrengia Anna Chiara.

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La Rai si difende

«I giornalisti del servizio pubblico sia che lavorino per una testata nazionale, come il Tg1, o locale, come la Tgr Calabria, si tengono ben lontani dai campanilismi e dalle rivalità regionali e si limitano a raccontare i fatti per quelli che sono. Per questo l'Usigrai ritiene inaccettabili gli attacchi ai colleghi che hanno realizzato servizi sugli scontri fra ultrà di Cosenza e Catanzaro». È quanto risponde in una nota l'Esecutivo Usigrai all’Assemblea catanzarese e alle diverse accuse rivolte da altre testate giornalistiche. «E se possiamo anche ignorare il fango che arriva dai social - sempre più sfogatoio di frustrazioni - non possiamo in alcun modo accettare che la politica locale di Catanzaro, da destra a sinistra, metta in discussione il lavoro di due professionisti accusandoli di giornalismo a tesi, di travisare i fatti e alterare la verità. Affermazioni gravissime contenute in un documento nel quale nemmeno vengono condannate le violenze che hanno macchiato una partita di calcio».

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