Nel 1999 l’Italia aprì finalmente le porte delle sue Forze Armate alle donne, segnando una svolta epocale per Esercito, Guardia di Finanza e Arma dei Carabinieri. Con il loro ingresso si è avviata una trasformazione profonda, silenziosa ma inequivocabile, che ha arricchito la cultura militare italiana con nuove sensibilità, competenze e visioni. Quelle donne hanno rotto schemi e pregiudizi, lasciando un’impronta indelebile su caserme, comandi e missioni internazionali, riscrivendo il significato stesso di difesa e servizio.

Mercoledì 24 settembre 2025, l’Auditorium “A. Guarasci” di Cosenza è stato teatro di una celebrazione solenne e partecipata per ricordare quel momento storico. Non un semplice anniversario, ma un’occasione di riflessione collettiva sul ruolo strategico delle donne in divisa e sul contributo essenziale che offrono quotidianamente alla nostra Repubblica.

La cerimonia ha reso omaggio al coraggio, alla dedizione e alla professionalità delle donne militari attraverso testimonianze, ricordi di sacrifici e applausi sentiti. Un riconoscimento che va ben oltre la commemorazione formale: è il segno di un cammino fatto di conquiste e aperture, che ha spalancato le porte dell’inclusione e della modernità nel mondo della difesa italiana.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione di tre realtà radicate nel territorio e attive nel sociale: il PASFA di Cosenza con Katia Caravona, la sezione locale della Fidapa guidata da Lucia Nicosia e il Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia della Presila presieduto da Luigia Granata. Il Comune e la Provincia di Cosenza hanno assegnato il patrocinio, mentre Anna Maria Lindia ha condotto l’evento, terminato con un suggestivo omaggio musicale della Fanfara del 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza.

Nel corso della giornata, le parole di Luigia Granata hanno incarnato l’essenza del momento: “Le donne in divisa incarnano dedizione, disciplina e competenza, dimostrando che il vero servizio alla Patria supera ogni distinzione di genere e arricchisce le nostre Istituzioni.” Il richiamo alla figura della Beata Maria Cristina di Savoia ha idealmente collegato passato e presente, ricordando l’impegno ottocentesco per il lavoro femminile e la promozione della cultura e del dialogo, valori vivi oggi nelle donne che scelgono di servire l’Italia con responsabilità.

Il messaggio è chiaro e potente: quei primi passi del 1999 non rappresentano un punto d’arrivo ma l’inizio di un percorso ancora in corso. Le donne nelle Forze Armate continuano a rappresentare il volto contemporaneo di un’Italia che avanza, coraggiosa e inclusiva, pronta a conquistare nuovi spazi con forza e determinazione.