VIDEO | In piazza istituzioni, associazioni e imprese a confronto sui percorsi di inserimento e legalità. Il sindaco Stasi: «Parliamo prima di tutto di umanità e solidarietà, ma anche di un fenomeno sociale ed economico»
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In piazza Compagna una serata pubblica ha riunito cittadini, amministratori, operatori sociali e imprese locali per raccontare un percorso costruito nel tempo: accoglienza, diritti, integrazione e lavoro. Un momento di confronto aperto, promosso nella Giornata Mondiale del Rifugiato, che ha acceso i riflettori sui progetti attivi nel Comune di Corigliano-Rossano e sui risultati concreti raggiunti sul territorio.
Ad aprire l’incontro è stato il sindaco Flavio Stasi, che ha richiamato il valore del lavoro quotidiano svolto dall’amministrazione insieme al mondo dell’associazionismo. «Senza l’impegno costante del Comune e senza il contributo delle associazioni questo appuntamento non sarebbe stato possibile. Oggi è soprattutto un momento di riflessione e di confronto pubblico, alla luce del sole, per fare il punto sui percorsi avviati», ha spiegato il primo cittadino.
Il sindaco ha poi allargato lo sguardo al significato più ampio dell’accoglienza. «Parliamo prima di tutto di umanità e solidarietà, ma anche di un fenomeno sociale ed economico che riguarda il nostro territorio. Esiste una domanda di lavoro nei settori produttivi locali che può incontrare percorsi di integrazione seri e organizzati», ha sottolineato Stasi, ribadendo la necessità di governare i flussi migratori senza ignorarli.
Un passaggio centrale del suo intervento ha riguardato il legame tra integrazione e sviluppo locale. «Sarebbe inutile e dannoso non affrontare questa realtà. I progetti di accoglienza creano un incontro tra esigenze produttive e percorsi di dignità, garantendo diritti e inclusione», ha concluso, richiamando l’esperienza del sistema di accoglienza attivo in città.
La tutela dei diritti dei migranti
Nel cuore della serata il racconto delle attività portate avanti dagli enti gestori del progetto Sai del Comune di Corigliano-Rossano. A intervenire è stata Debora La Rocca, referente di Cilist Impresa Sociale, una delle realtà coinvolte insieme a Liberamente, all’Associazione Don Vincenzo Matrangolo e ad Atalante. «La Giornata Mondiale del Rifugiato è stata organizzata dal progetto Sai e dagli enti che lo gestiscono. Operiamo sul territorio con due progettazioni che tutelano i diritti delle persone migranti», ha spiegato.
La Rocca ha illustrato la doppia linea di intervento. «Da un lato il progetto Sai, rivolto ai titolari di protezione internazionale e alle persone più fragili. Dall’altro Su.Pr.Eme.2, che lavora sul contrasto allo sfruttamento lavorativo», ha precisato, soffermandosi sulle criticità presenti nell’area.
«Qui esiste una ferita sociale legata al lavoro irregolare. Per questo offriamo servizi di prossimità e presìdi di legalità». Un’attenzione particolare è stata riservata a chi resta spesso ai margini. «Ci sono persone più tutelate, come i rifugiati, e altre meno visibili, come i lavoratori migranti arrivati senza canali regolari. Dietro queste storie ci sono spesso violenze e sfruttamento, prima e dopo l’arrivo in Italia», ha aggiunto La Rocca, richiamando l’importanza di garantire protezione sociale anche a chi oggi ne è privo.
Determinanti le maestranze
A chiudere il cerchio è stata la voce delle imprese. Francesco Leonino, ristoratore, ha portato l’esperienza concreta di chi ogni giorno lavora fianco a fianco con lavoratori migranti. «Questi progetti sono molto utili per il nostro Comune. Anche la ristorazione soffre una forte mancanza di personale e il contributo di questi ragazzi è stato determinante», ha raccontato.
Leonino ha ripercorso un cammino lungo quasi dieci anni. «Nelle nostre attività hanno lavorato sei o sette persone arrivate grazie ai percorsi di accoglienza. Alcuni oggi hanno anche la cittadinanza italiana», ha spiegato, evidenziando il valore della stabilità e della crescita professionale.
«Molti giovani vanno via e il loro apporto permette alle attività di continuare», ha aggiunto, sottolineando il rapporto umano costruito nel tempo.
Durante la serata quattro aziende sono state premiate per l’impegno nell’inserimento lavorativo dei rifugiati, con particolare attenzione ai settori della ristorazione e della meccanica. Un riconoscimento simbolico, ma carico di significato, per chi sceglie ogni giorno l’inclusione come pratica concreta.
L’incontro si è concluso con musica dal vivo e una piazza partecipata, segno di una comunità che osserva, ascolta e riflette. A Corigliano-Rossano l’accoglienza non resta un principio astratto, ma prende forma nei progetti, nel lavoro e nelle storie di chi ha trovato un’opportunità.

