Tornano al decoro alcune aree comuni del quartiere ma restano le piaghe, tutt’altro che nascoste, degli abusi edilizi e degli sfregi sui beni pubblici
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Se si agisce impuniti e indisturbati, occupando un bene dello Stato senza titolo, altrettanto naturale è credere di potere agire su quel bene come se fosse proprio e senza il rispetto di alcuna regola o legge, magari ricavando un ambiente chiuso dove non era previsto.
La storia non è nuova e neppure circoscritta al rione Marconi, quartiere nella zona sud di Reggio Calabria attanagliato da anni da illegalità diffuse e abusi che opprimono le persone perbene e deturpano i beni comuni.
L’occupazione abusiva dilagante degli alloggi popolari si manifesta anche attraverso i manufatti altrettanto abusivi che segnano gli interni quanto gli esterni gli appartamenti. Cemento e mattoni dove non dovrebbero essercene, diventano il segno di una manus che non fa il bene del quartiere ma che, impunita, lo domina.
Seppure molte aree siano state sottratte al destino di essere discariche a cielo aperto, tornando ad essere fruibili come parco urbano, area attrezzata o semplicemente godendo finalmente di decoro e pulizia come l’ampia striscia di asfalto sotto casa Ail, restano tante le ombre che continuano a minacciare la comunità perbene che lì risiede.
Ombre costantemente in azione e ombre che si manifestano anche deturpando e sfregiando i palazzi.
Tornerà mai questo quartiere nelle mani di chi vorrebbe, avendone pieno diritto, solo abitarlo in serenità e in bellezza?



