In occasione dei 50 anni dall’inaugurazione, l’associazione Difesa diritti del territorio ha organizzato una manifestazione per tenere alta l’attenzione sulla struttura e gli autentici tesori che custodisce: «Questo territorio ha bisogno di cultura»
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Il Museo diocesano di arte sacra di Nicotera veniva inaugurato 50 anni fa. Mezzo secolo di storia, che si festeggia però con l’amaro in bocca dal momento in cui le porte della struttura sono chiuse da cinque anni. «Faremo il possibile per riaprirlo, vigileremo e non lasceremo nulla di intentato», è l’impegno preso nell’occasione dall’associazione Difesa diritti del territorio (Ddt) che per il “compleanno” del Museo ha organizzato un sit-in proprio davanti al palazzo trecentesco che anni prima fu anche sede della curia vescovile. All’interno, 18 sale espositive collocate su due piani che ancora oggi custodiscono autentici tesori che vanno dal secolo XIII al XX secolo: paramenti sacri, monete, argenterie, statue lignee, pergamene e dipinti. Nella stessa struttura è presente anche l’archivio vescovile, al cui interno sono conservati documenti storici e libri molti antichi, dal 1600 in poi.
La manifestazione, che ha visto la partecipazione di associazioni e cittadini, si è tenuta con l’obiettivo di commemorare l’anniversario ma anche e soprattutto di tenere alta l’attenzione sul Museo e chiederne la riapertura. «Il 26 agosto del 1975 questo portone si apriva per la prima volta al pubblico – ha ricordato il presidente dell’associazione Ddt, Pino Brosio -. Prima, vi era stato un enorme lavoro di ricerca e raccolta durato almeno 15 anni, da parte di un uomo che ha dedicato la sua vita a tale struttura: Natale Pagano». È su suo impulso, con l’appoggio dell’allora vescovo Vincenzo De Chiara, che il Museo diocesano ha visto la luce. «Negli anni – ha proseguito il presidente dell’associazione promotrice del sit-in – ha potuto contare su validi dipendenti assegnati alla struttura dalla Provincia e si è avvalso pure della collaborazione di Ernesto Gligora che si è occupato di organizzare l’archivio vescovile, anch’esso oggi inaccessibile. Dopo la morte di Pagano, nel 2019, il Museo è andato avanti qualche mese. Poi la chiusura provvisoria, che però si trascina ormai da troppo tempo». E se ieri è stato il giorno della memoria, da oggi – ha assicurato l’associazione Difesa diritti del territorio – l’asticella dell’attenzione e della lotta si alza: «È ora di dire basta e di riaccendere la luce in queste stanze, prima che anche i tesori che custodiscono subiscano danni». Forte l’invito alle autorità competenti a battere un colpo. A inizio estate il sodalizio ha anche chiesto un incontro in Diocesi, senza tuttavia ottenere risposta.
L’accento, durante il sit-in, è stato posto anche sul “bisogno” di cultura da parte del territorio: «Si dice che Nicotera abbia bisogno di più presidi di sicurezza e più forze dell’ordine. È vero – ha sottolineato Brosio -, ma ci vogliono anche lavoro e presidi culturali. Perché è la cultura che ci può davvero fare cambiare rotta. Puntare sui tesori che abbiamo, dai musei alla cava romana fino alla giudecca, significa poter investire sul turismo e quindi anche sull’occupazione».
Dello stesso avviso il sindaco di Limbadi Pantaleone Mercuri e il vicesindaco di Rosarno Teodoro De Maria, che hanno preso la parola sottolineando entrambi la necessità di andare oltre le logiche campanilistiche e fare invece rete per far crescere il territorio. Assenti alla manifestazione, invece, i rappresentanti dell’amministrazione comunale di Nicotera.
All’appello lanciato da Ddt hanno subito risposto numerose realtà associative e culturali: Rotary Club Nicotera-Medma, Pro Loco di Nicotera, Fondazione “Marchese Roberto Caldirola Ets”, Rotary Club Polistena, Inner Wheel Nicotera, Accademia Calabra, Accademia Dieta Mediterranea, Distretto del Cibo, Lions Club Nicotera, Touring Club Italiano, Pro Loco Limbadi, Italia Nostra e l’associazione Alighistos. Un fronte comune che appare destinato ad allargarsi ulteriormente. In rappresentanza delle associazioni, durante il sit-in, ha preso la parola Giovanni Bianco, console del Touring club italiano. La serata si è conclusa con un momento di festa, grazie al concerto dell’Orchestra giovanile di Laureana di Borrello diretta dal maestro Maurizio Managò.