Nessuna assoluzione: ci troviamo difronte a una decisione tecnica che riguarda solo la questione delle misure di prevenzione patrimoniali e personali
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Silvio Berlusconi
La Cassazione: nessun legame provato tra Berlusconi e la mafia, ma nessuna “assoluzione”. La lettura della sentenza va fatta con un approfondimento corretto, senza fuga in avanti nella interpretazione. Non si tratta di una sentenza che “nega” i rapporti tra Dell’Utri e Cosa nostra, del resto già accertati in sede penale. E nemmeno di un’assoluzione per Berlusconi. Perché in questo caso la lettura è politica, di parte.
La Suprema Corte ha chiarito cosa è emerso davvero nel caso Dell’Utri, e non ha lasciato spazio a interpretazioni interessate. La vicenda parte dalla richiesta della Procura di Palermo di misure di prevenzione sui beni e la persona di Marcello Dell’Utri, ex braccio destro di Berlusconi. Va ricordato che Dell’Utri è stato condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa. L’accusa sostiene che una parte del suo patrimonio sia sproporzionata rispetto ai redditi leciti e finanziata da versamenti sospetti da parte di Berlusconi, anche durante la detenzione di Dell’Utri.
Tribunale e Corte d’Appello di Palermo avevano già respinto questa accusa, ritenendo che i movimenti di denaro fossero tracciabili e giustificati da rapporti economici e personali, come prestiti e donazioni, senza collegamenti a patti illeciti. I giudici hanno sottolineato che le transazioni sono documentate e rientrano in un arco temporale che si conclude nel 2012, prima di qualsiasi pericolosità sociale dell’indagato.
La Procura generale ha impugnato la decisione in Cassazione, che però ha confermato il verdetto dei giudici di merito: non ci sono prove sufficienti per collegare il patrimonio di Dell’Utri ad attività mafiose né per affermare che Berlusconi abbia finanziato un accordo criminale. Quindi, non si tratta di una sentenza che “nega” i rapporti tra Dell’Utri e Cosa nostra – già accertati in sede penale – né di un’assoluzione per Berlusconi. Si tratta di una decisione tecnica, che riguarda solo la questione delle misure di prevenzione patrimoniali e personali.
In passato, indagini su Berlusconi per riciclaggio sono state archiviate per mancanza di prove definitive, anche se erano emersi elementi sospetti. Analogamente, il processo a Dell’Utri ha confermato che non esistono prove concrete di riciclaggio legato all’ex premier. La Cassazione, dunque, non chiude definitivamente il capitolo Berlusconi-Dell’Utri-mafia. Ha solo stabilito che non vi sono elementi per sequestrare beni o imporre misure speciali a Dell’Utri. Ogni altro giudizio appartiene alla politica e alla propaganda.


