Dalle donne della Dia, alle mamme, figlie sorelle di vittime, dalle magistrate alle giornaliste, dalle politiche alle imprenditrici fino alla artiste e alle attiviste contro la criminalità. È dedicato proprio al “volto femminile dell’Antimafia" il calendario 2026 della Dia presentato nei giorni scorsi dal direttore Michele Carbone nella sala del Refettorio di Palazzo San Macuto alla presenza, tra gli altri, del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e della presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo. In platea anche la figlia di Paolo Borsellino, Lucia.

Anche il sindaco Fragomeni nel calendario

Tra le donne scelte c’è Maria Teresa Fragomeni, sindaco di Siderno, comune uscito dal commissariamento per infiltrazioni della ‘Ndrangheta. Primo sindaco donna di un paese della Locride, Fragomeni dal suo insediamento ha subito intimidazioni e minacce, tra cui due auto di servizio incendiate e un proiettile lasciato su un davanzale del municipio. 

«L'apporto delle donne nell'Antimafia, così come in ogni settore della società, è fondamentale» - ha sottolineato Michele Carbone, direttore della Dia. «La donna è una straordinaria creatura che riesce ad avere un'incredibile versatilità, grande intuito, grande intelligenza, grande dedizione», ha continuato Carbone puntando l'attenzione anche sull'aspetto della «sensibilità» che «è molto importante per squarciare muri in cui è molto difficile penetrare per un discorso di omertà e tradizione patriarcale piuttosto che mafiosa».

«Sono contenta che si sia voluto dedicare questo calendario alle donne perché forse finora il ruolo delle donne - sia in positivo che negativo - è stato poco raccontato», ha detto Colosimo nel corso di una tavola rotonda moderata dalla giornalista Francesca Fagnani e che ha visto protagoniste proprio personalità femminili in campo contro la criminalità. 

«Abbiamo la necessità di misurarci con scenari assolutamente nuovi e credo che anche la questione di genere nell’Antimafia sia reale ed estremamente importante», ha commentato il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo. «La storia del crimine organizzato è disseminata da storie femminili mai raccontate e da questo punto di vista c’è un grande lavoro da fare - ha concluso - Anche favorendo il ricambio di genere nelle posizioni di vertice del sistema di sicurezza e della magistratura».