Il sindaco prende posizione sulla vicenda del vigilante Giovanni Virardi: «Che la protesta sia la scintilla per far scendere dal piedistallo qualche burocrate, tornare a parlare del futuro del sito e recuperare anni e soldi buttati»
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«La sospensione dal lavoro di Giovanni Virardi, storico vigilante della centrale Enel di Corigliano-Rossano, è la punta dell'iceberg di una situazione ormai divenuta insostenibile e che ho denunciato spesso in questi mesi». Lo afferma, in una nota, il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi.
«Come amministrazione, insieme a sindacati e Regione – aggiunge Stasi – avevamo condiviso un progetto importante di rilancio con l'idrogeno che avrebbe dato respiro e futuro al sito e per il quale erano pronti 15 milioni di euro derivanti dal Pnrr. Enel ci ha rinunciato, facendoci perdere anche i soldi».
«La demolizione delle ciminiere – prosegue il primo cittadino – è in ritardo di un anno, a causa di una prevedibilissima presenza di amianto. Come Comune, abbiamo chiesto di poter rigenerare la sala macchine da integrare in un progetto di polo fieristico o per qualsiasi altra attività di valorizzazione, ma da oltre un anno non abbiamo ricevuto risposte».
«La nuova gestione di Enel del Governo del Made in Italy – aggiunge – sembra più un commissariamento per liquidazione che un management, che forse spera di ripianare 55 miliardi di euro di debiti riducendo il contratto a qualche lavoratore delle pulizie o della vigilanza e che rinuncia a qualsiasi investimento produttivo, spremendo fino alle ossa un sito sul quale, però, la nostra comunità ha buttato il sangue, gli occhi, i polmoni ed il cuore per decenni. I ministri che qualche mese fa mandavano accorate letterine per cercare di scaricare sul Comune il fatto che la nuova Zes avesse fatto sparire decine di milioni, erroneamente garantiti ai privati, per gli investimenti nel porto, dovrebbero iniziare ad occuparsi delle aziende di Stato e del loro impatto sociale sul territorio».
«Che la protesta di stamattina, che sostengo apertamente, sia la scintilla per fare scendere dal piedistallo qualche burocrate, tornare a parlare del futuro del sito e recuperare questi anni e soldi buttati. Il Comune, il sindaco e la città sono, ancora una volta, pronti», conclude Stasi.




