Con il Conclave del 7 maggio 2025 all’orizzonte, i riflettori sono puntati sui grandi favoriti – Aveline, Grech, Erdo – che catalizzano le attenzioni di analisti e media. Ma nella quiete della Cappella Sistina si muovono altre figure, meno esposte, che con la loro storia, la loro finezza spirituale e la loro influenza discreta potrebbero, sotto la guida dello Spirito Santo, giocare un ruolo decisivo. Questa rubrica è dedicata a loro: cardinali outsider, non al centro dei pronostici, ma capaci di orientare le dinamiche del Conclave o, in un disegno imprevedibile, di ascendere al Soglio di Pietro.

“Dietro le Quinte del Conclave” racconta le storie dei cardinali che, pur non dominando le speculazioni, incarnano la profondità e la varietà della Chiesa universale. Non sono i favoriti, ma la loro esperienza e la loro testimonianza possono pesare nelle Congregazioni Generali o condurli, in un momento di grazia, al vertice. In ogni appuntamento, presentiamo tre ritratti, esplorando biografie e sensibilità pastorali. Oggi parliamo di Kurt Koch, Leopoldo José Brenes Solórzano e Fernando Filoni: tre pastori che rappresentano la Chiesa europea e latinoamericana, uniti da una capacità di operare con misura e spessore.

Kurt Koch

Kurt Koch, 75 anni, presidente del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, è un cardinale svizzero che unisce rigore teologico e impegno ecumenico. Nato il 15 marzo 1950 a Emmenbrücke, Canton Lucerna, è stato ordinato sacerdote nel 1982 per la diocesi di Basilea. Formatosi in teologia a Lucerna e Monaco, ha insegnato dogmatica prima di essere nominato vescovo di Basilea nel 1995 da Giovanni Paolo II. Nel 2010, Benedetto XVI lo ha chiamato a Roma come presidente del Pontificio Consiglio (oggi Dicastero) per l’Unità dei Cristiani, creandolo cardinale.

Koch è un punto di riferimento nel dialogo con protestanti e ortodossi, affrontando questioni come la presenza eucaristica e l’unità visibile della Chiesa. In Svizzera, ha guidato una diocesi secolarizzata con equilibrio, mediando tra sensibilità diverse. Nel Conclave, la sua voce sarà quella di un europeo colto, capace di parlare ai cardinali di Curia e alle Chiese del Nord. Non è tra i favoriti, non tanto per l’età, quanto per il suo profilo di specialista ecumenico, meno associato a una leadership universale.

Tuttavia, il suo peso intellettuale potrebbe orientare consensi o, in uno stallo, farlo emergere come figura di compromesso.

Leopoldo José Brenes Solórzano

Leopoldo José Brenes Solórzano, 76 anni, arcivescovo di Managua, è il volto della Chiesa nicaraguense in un contesto di tensione politica. Nato il 7 marzo 1949 a Ticuantepe, è entrato in seminario a 16 anni, studiando filosofia e teologia a Managua, in Messico e a Roma, dove ha conseguito una licenza in teologia dogmatica. Ordinato sacerdote nel 1974, è stato vescovo ausiliare di Managua (1988-1991), vescovo di Matagalpa (1991-2005) e arcivescovo di Managua dal 2005. Francesco lo ha creato cardinale nel 2014.
Continua a leggere l’articolo su LaCapitale.