VIDEO | Il racconto dopo la recente sosta in riva allo Stretto: «Essere a bordo della nave più bella del mondo nel porto della mia città è stata una esperienza bellissima»
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«Un'emozione grandissima. La tappa nella mia Reggio mi ha reso ancora più orgoglioso di essere italiano e di essere reggino. Non avevo finora mai svolto un servizio a bordo del Vespucci. È davvero un onore immenso che la tappa nella mia città di origine ha reso ancora più significativo. Mi sono imbarcato lo scorso settembre a Manila per poi completare il tour mondiale fino a Trieste e da lì intraprendere il tour Mediterraneo che si concluderà a Genova il prossimo 10 giugno».
Un’esperienza unica per il sergente Bruno Latella, classe 1979, sottufficiale della Brigata Marina San Marco, nato e cresciuto a Reggio Calabria, dallo scorso settembre a capo del team chiamato a garantire la sicurezza a bordo della nave Scuola Amerigo Vespucci. Tale è stata la recente tappa nella sua città del tour Mediterraneo della nave Orgoglio italiano nel mondo.
Tappa che resterà uno dei momenti più memorabili del suo percorso umano e professionale. Bruno Latella è in servizio presso il 3° reggimento San Marco, battaglione Sdi centro, compagnia Lazio della Marina militare italiana presso il quartier generale Marina Santa Rosa, con le mansioni di addetto al Servizio Difesa Installazioni e alla pianificazione e lo sviluppo dei Piani di Difesa delle Basi Militari.
Il percorso che ha condotto fino a qui Bruno Latella, appassionato anche di mountain bike e dei libri di Nicola Gratteri, è iniziato 27 anni fa. In servizio sul veliero più antico della Marina Militare italiana nel frangente a cavallo tra il tour mondiale e il tour Mediterraneo, il sottufficiale della brigata marina San Marco ha salutato la sua Reggio lo scorso mercoledì. Dopo aver lasciato il porto, il Vespucci ha eseguito un passaggio ravvicinato a Scilla per poi raggiungere il porto di Palermo dove ancora oggi sosterà.
«Un onore, un'emozione e anche un'esperienza vissuta molto bene. Questa nave rende partecipe in tutto e per tutto. Ti entra nel cuore e non lo lascia più. Noi non facciamo parte dell’unità navale e dunque non sono scontate l’esperienza aggregante come quella che stiamo vivendo e l'integrazione con l'equipaggio che sta contraddistinguendo questo viaggio così speciale».
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