Due anni fa il feroce attacco di Hamas e l’eterna e violenta reazione di Israele con il genocidio dei palestinesi. In questo giorno del 2006 anche l’omicidio ancora senza mandanti della giornalista russa che denunciava gli orrori del conflitto nel Caucaso
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«E il genocidio di un popolo porta al genocidio di un altro popolo: è un assioma confermato dai secoli e da generazioni di occupanti e occupati. Per un impero totalitario come quello che si va costruendo sotto i nostri occhi le spedizioni punitive sono la norma, l'essenza. Quando quest'incubo è cominciato, in settembre, nei recessi della coscienza ci restava un filo di speranza: forse avrebbero davvero catturato i terroristi evitando di usare le armi contro i civili... Non è stato così. Non è stato affatto così. È evidente, ormai: il loro unico obiettivo era il genocidio». Lucida, coraggiosa e anche profetica. La giornalista russa Anna Politkovskaja così denunciava quanto la Cecenia fosse russa ma i Ceceni no e il genocidio in atto. Anche Israele ritiene sua la Palestina ma non i palestinesi.
Ci sono date che si riconoscono nei meandri della Storia. Tessono trame chiare seppure tenebrose destinate a incrociarsi, a ripetersi, tale è l’incapacità dell'umanità di arginare l’abisso e l’inferno.
Il 7 ottobre 2006 a Mosca veniva uccisa sotto casa la giornalista di Novaja Gazeta, Anna Politkovskaja.
Oggi lei avrebbe raccontato anche la guerra di Putin da oltre tre anni in Ucraina di Zelensky.
Sulla striscia di Gaza si consuma da due anni esatti un’escalation di violenza di Israele seguiti al 7 ottobre del 2023 quando Hamas sferrò il suo attacco brutale.
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