Fermarsi in autostrada per una pausa può costare quanto (e a volte più di) un pranzo in centro città. È quanto emerge dall’ultima indagine condotta da Altroconsumo, che ha passato al setaccio i listini di 16 aree di servizio distribuite tra Milano, Napoli, Roma e Venezia. Il quadro che ne esce è a dir poco salato: prezzi più alti fino al 57% rispetto agli esercizi commerciali fuori dall'autostrada, con alcuni prodotti che superano ogni aspettativa di spesa.

A spiccare è il prezzo dell’acqua: una bottiglia da mezzo litro costa in media 1,59 euro, che fa 3,18 euro al litro. Quasi cinque volte il prezzo che si paga normalmente in un supermercato (intorno ai 63 centesimi al litro). In pratica, per placare la sete con una bottiglietta, si paga come per una bibita in un locale chic. Il dato fa riflettere anche perché il prezzo, seppur leggermente calato rispetto al 2024, resta tra i più sproporzionati rilevati da Altroconsumo.

La colazione, poi, è diventata un vero lusso. Il prezzo medio di una brioche si aggira intorno ai 2 euro, con punte che superano i 2,20 euro. In città, secondo l’associazione, lo stesso prodotto costa in media 1,37 euro. Una differenza del 47% che non trova giustificazione nella qualità o nel servizio. Anche il caffè, crocevia obbligato di ogni sosta, registra aumenti: 1,46 euro di media al banco, in crescita del 7% rispetto all’anno scorso. In un bar di quartiere, di solito, si spende non più di 1,20 euro. Il cappuccino sfiora i 2,20 euro nelle stazioni più care.

Ma il vero colpo arriva al momento del panino. Se nel 2024 si parlava già di prezzi alti, oggi il dato resta sostanzialmente invariato: circa 6,80 euro in media per una farcitura semplice (prosciutto, formaggio o affettati vari), ma si superano tranquillamente gli 8,50 euro nelle aree più “prestigiose”. In confronto, un panino da bar cittadino costa in media 4,30 euro. Una differenza del 57%, che aumenta se si scelgono panini più ricercati o imbottiti con ingredienti freschi.

Nemmeno i dolciumi e gli snack si salvano. I gelati confezionati, ad esempio, hanno visto un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Per un semplice stecco ricoperto di cioccolato si superano i 3 euro, più del doppio rispetto ai supermercati, dove lo stesso prodotto (per esempio un Magnum Algida) si aggira intorno a 1,30 euro.

Ancora più marcato è il caso della Coca-Cola. Se acquistata in bottigliette tra i 450 e i 700 ml, costa in media più di 8 euro al litro. Un divario abissale rispetto al prezzo di supermercato (1,39 euro al litro). Difficile trovare una spiegazione che non sia la totale assenza di concorrenza lungo le tratte autostradali.

Va detto che per alcuni prodotti ci sono state leggere flessioni rispetto al 2024. È il caso, per esempio, dei panini semplici, che sono scesi in media del 6%. Ma è una magra consolazione. Gli aumenti generalizzati colpiscono soprattutto chi viaggia per lavoro o è in transito per le vacanze, cioè milioni di italiani ogni estate.

L’impressione è che l’autogrill, più che un’area di ristoro, sia ormai diventato un vero e proprio lusso on the road. Dove anche una semplice bottiglietta d’acqua può costare più di un litro di benzina.