Un gesto semplice, lontano dai riflettori e dalle liturgie del potere, sta lasciando un’impronta profonda nella Guardia Costiera. A raccontarlo è Paolo Fedele, vice segretario Nazionale USIM, che affida alle sue parole il senso più autentico di una leadership fondata sull’umanità. «È passato solo poco tempo dall’insediamento del nuovo Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, l’Ammiraglio Sergio Liardo, eppure il segno che ha già lasciato è profondo, autentico, destinato a rimanere».

«Chi lo conosceva parlava da tempo della sua grande umanità, della sua naturale vicinanza agli uomini e alle donne del Corpo. Oggi quei racconti trovano conferma in un gesto tanto semplice quanto straordinario, capace di commuovere e di dare nuovo significato alla parola “comando”», continua Fedele.

«L’Ammiraglio Liardo ha voluto munirsi personalmente dell’elenco dei compleanni di tutti gli appartenenti alla Guardia Costiera - prosegue il vice segretario Nazionale USIM -. Ogni giorno, senza clamore e senza filtri, contatta direttamente i festeggiati per porgere loro gli auguri. Una telefonata, una parola gentile, un pensiero sincero. Un gesto che non è protocollo, ma cuore».

«In un’epoca in cui le distanze sembrano inevitabili e i ruoli rischiano di diventare muri, questo atto rompe ogni barriera gerarchica e restituisce centralità alla persona. È il messaggio potente di un Comandante che sceglie di essere presente, che riconosce ogni donna e ogni uomo non solo come parte di un’organizzazione, ma come essere umano, come fratello di mare».

«Un gesto di rara bellezza morale. Un segno di fratellanza di sale, di appartenenza profonda, di rispetto reciproco. Perché guidare non significa solo impartire ordini, ma saper ascoltare, ricordare, esserci. E in quelle telefonate quotidiane, apparentemente piccole, c’è tutta la grandezza di un Comandante che ha deciso di mettere l’umanità al centro del suo servizio», conclude Fedele.