Avevo paura. Perché ero e sono un vigliacco. Perché ho pensato che fosse più facile scegliere ciò che era certo, anziché ciò che forte e potente
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Ecco le vostre storie che narrano di amori e di passioni. Anche questo racconto arrivato alla nostra redazione viene proposto ovviamente in forma anonima.
Se anche tu hai una storia da raccontarci scrivici a redazione@lactv.it.
Non lo so perché sto scrivendo questa mail. Prima di tutto perché so per certo che la mia identità rimarrà segreta. Poi perché ho bisogno di sfogarmi, ma non so come e con chi. Così mi a accingo a scrivere qui quello che sono, quello che sento, e quanto sono falso e pavido. Ho trentasette anni. Una bellissima moglie. Due figli meravigliosi. Una bella casa, un mutuo, un lavoro che non mi piace più, ma mi fa guadagnare bene.
Mi chiamo Andrea (non è vero!), oltre a mia moglie, dentro di me c’è una donna che amo da sempre, ma che non ho mai avuto il coraggio di averla tutta mia. Mi sono accontentato della donna tranquilla, per bene, innamorata di me, che mi ha dato due figli. Ma a me serviva di più, più passione, più follia, più amore.
Ripeto: non so nemmeno perché scrivo questa lettera. Forse perché non ce la faccio più a fingere ogni giorno di essere felice. Sembra diventato un lavoro a tempo pieno. Forse perché sono stanco. Ma soprattutto, sono arrabbiato. Con me stesso. Perché sono bastardo con mia moglie, e stupido e vigliacco con l’altra che amo fino alla follia.
E mi rivolgo a lei: ti ho conosciuta prima di tutto quello che poi mi è accaduto. Meglio: che mi è scivolato addosso. Prima del matrimonio, prima delle promesse, prima delle cene silenziose e dei “va tutto bene” che poi non significano nulla.
Con te ero vero. Eri il mio inizio, la strada giusta per entrambi. E io, invece di continuare a stare con te, ho preso la scorciatoia sbagliata, anzi la strada più comoda e più tranquilla, che mi avrebbe dato tutto, ma che poi ho scoperto essere niente.
Perché l’ho fatto? Perché avevo paura. Perché ero e sono un vigliacco. Perché ho pensato che fosse più facile scegliere ciò che era certo, anziché ciò che era vivo, forte, potente.
E da anni vivo così. Ogni giorno accanto a una donna che non amo più, e che forse non ho mai amato davvero. E togliamo il forse. Una donna che non c’entra nulla, che non ha colpe. Ma che io ho usato per scappare, per fuggire da te e da me stesso. Da noi.
Ora sto con lei, da anni sto con lei, che mi guarda ogni sera con occhi che non riesco più a sostenere. Perché sono certo che lei sa. Anche se non sa tutto, sa che non sono più lì con lei. E che non ci sono mai stato davvero.
Sto con una donna che mi ama, ma io penso a te ogni giorno. Quando ascolto una canzone, quando sto da solo nel traffico, quando i miei figli mi abbracciano e io mi sento in colpa per non essere il papà onesto e felice che vorrei essere.
Ti penso la notte, quando mia moglie dorme e io resto sveglio a immaginare come sarebbe stato averti accanto. E mi odio. Mi odio perché ho lasciato andare l’unica persona che mi ha fatto sentire vivo. Mi odio perché non ho avuto il coraggio di scegliere te. Mi odio perché ho messo su una vita intera per nascondermi. Per non affrontare quello che sapevo: che ti amavo. Che ti amo ancora. Anche se tu sei ormai di un altro. Forse queste mie “confessioni” non ti arriveranno mai. Non le leggerai mai.
Forse le leggerà qualcun altro, magari uno come me, che si è rovinato la vita per paura di vivere davvero. Forse li leggerà qualcuno che ci sì specchierà dentro.
Io non so più ora dove sei. Ho perso ogni traccia. Ma se per caso, un giorno, tra milioni di parole, riconoscerai le mie, sappi che ti ho sempre portata con me. Che non ho mai smesso di amarti, anche quando ho fatto finta di dimenticarti. Che sei stata tutto, anche senza esserci.
E che io, sì, sono stato un codardo. E i codardi vivono, ma non vivono mai abbastanza. Non vivono mai davvero. Non amano mai fino in fondo. E non sanno mai, fino in fondo, cosa si sono persi. E non avranno mai il coraggio di mollare tutto per tornare indietro, a riaccendere quel fuoco che non si è mai spento.
Ti prego: non dimenticarmi. Non lo fare mai. Vivo per questo.
— Andrea (o quello che resta di lui).