La cultura è una parola bella da pronunciare, di quelle che si amano nei salotti e che danno lustro alle conversazioni. Ma quando la politica deve farci i conti, spesso diventa un soprammobile di pregio, sì, ma vecchio, da relegare in un angolo del soggiorno. A Rende, però, il sindaco Sandro Principe ha deciso di tirarla fuori dalla polvere e restituirle un posto d’onore. Lo ha dichiarato fin dal primo minuto del suo insediamento: «La cultura è necessaria per la crescita collettiva».

Il vicesindaco di Rende, Fabio Liparoti, racconta la nuova stagione culturale della città: dal rilancio del centro storico ai grandi ospiti in arrivo, fino all’anniversario del piccolo cinema Santa Chiara amato da Tornatore che riserverà una sorpresa per i cinefili

Fabio Liparoti, vicesindaco con deleghe all’Urbanistica e agli Spettacoli, ospite dell’Intervista negli studi di Cosenza Channel, spiega così la visione dell’amministrazione: «Rende è sempre stata una città della cultura – afferma – e il sindaco Principe ha voluto lanciare un segnale forte trattenendo per sé la delega. La nostra priorità è riportare la cultura al centro della vita cittadina, non come somma di eventi, ma come progetto strutturale che unisca arte, musica, cinema e partecipazione».

Il primo banco di prova è stato il Settembre Rendese, giunto alla sua sessantesima edizione, la più longeva rassegna culturale della Calabria. «Non potevamo fallire un appuntamento così simbolico – spiega Liparoti -. Abbiamo costruito un cartellone che celebrasse la nostra storia ma anche il futuro, con spazio alla musica d’autore, ai giovani e ai momenti di confronto intellettuale».

Durante la rassegna, Rende ha accolto Gianni Oliva, storico e giornalista, e si prepara ora a ospitare Alessandro Barbero, Luciano Canfora e nuovamente Oliva, che presenterà la sua nuova pubblicazione sul brigantaggio.

«Questi incontri – aggiunge il vicesindaco – saranno organizzati in modo diffuso, tra il Museo del Presente, l’Università della Calabria e il centro storico, in una logica di rete e contaminazione culturale». Parallelamente, l’amministrazione Principe ha avviato un progetto di ampio respiro: fare di Rende la capitale della “Nuova Lirica”.

«È una visione ambiziosa a cui il sindaco tiene molto – spiega Liparoti –. L’obiettivo è creare un centro lirico contemporaneo nei pressi del Museo del Presente: uno spazio dedicato alla sperimentazione, alla formazione e alla valorizzazione dei giovani talenti del territorio».

Il progetto, che prevede anche una sala della musica e percorsi di residenza artistica, è seguito con il supporto del regista e drammaturgo Giancarlo Cauteruccio, figura di spicco del teatro contemporaneo calabrese.

«Rende è una città all’avanguardia – osserva Liparoti – e può dare un contributo concreto al rinnovamento della lirica, portandola fuori dai circuiti elitari e restituendola al pubblico». Una prova è la recente collaborazione con l’Università della Calabria che ospiterà gli appuntamenti del Rende Teatro Fest.

Il progetto più emozionante, però, riguarda lo storico Cinema Santa Chiara, nel cuore del centro storico. Nel 2025 la sala compirà cento anni: un anniversario che l’amministrazione intende celebrare con una grande iniziativa dal titolo evocativo – e non casuale – ispirata a Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.

«Il Santa Chiara – spiega Liparoti – è il cinema più antico della Calabria. Lo vogliamo restituire alla collettività con rassegne d’autore, incontri e proiezioni all’aperto. Per il centenario stiamo preparando una sorpresa legata proprio all’immaginario di Tornatore, che anni fa scrisse una lettera al gestore del cinema, Orazio Garofalo, riconoscendo l’affinità tra il suo film e questo luogo magico».

Il progetto prevede che, dopo le iniziative nel centro storico, il cinema “esca” tra la gente, con proiezioni e rassegne nelle piazze della città nuova: «Il Santa Chiara – continua Liparoti – sarà il punto di partenza di un percorso che colleghi la memoria e il futuro, contaminando la città con la stessa passione e nostalgia del film di Tornatore».

Il vicesindaco sottolinea che il vero cambiamento passa da una programmazione coerente e partecipata: «Rende ha bisogno di risvegliarsi da una fase di stasi, ma serve un lavoro corale. Ogni iniziativa deve inserirsi in una visione più ampia: il Settembre Rendese non è un episodio isolato, ma il filo conduttore di un progetto che dura tutto l’anno. Cultura significa valorizzare il territorio, le persone e la memoria collettiva».

Alla domanda su come immagina Rende tra dieci anni, Liparoti sorride: «La immagino come la sogna il sindaco Principe: una città dove ciascuno possa realizzare il proprio progetto di vita. Una città viva, dove la cultura non è ornamento, ma sostanza del vivere civile. Se ci riusciremo, allora sì, potremo dire di aver scritto il nostro piccolo “Nuovo Cinema Paradiso”».