Nella legge di Bilancio 2026 trova spazio anche il sostegno al sistema dell’informazione locale. Un passaggio che la Lega rivendica come decisivo per la tutela delle televisioni territoriali e per il rafforzamento del pluralismo informativo, soprattutto nelle aree periferiche e nelle regioni del Sud.

Il riferimento normativo è contenuto nel testo della manovra, che interviene sul Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria, lo strumento attraverso cui lo Stato sostiene quotidiani, periodici, radio e televisioni locali. In particolare, la legge di Bilancio conferma e rifinanzia il Fondo, evitando un ridimensionamento delle risorse che avrebbe avuto un impatto diretto sulle emittenti locali, già provate da anni di difficoltà economiche e dalla transizione al digitale.

Cosa prevede il testo della Manovra

Nel dettaglio, la norma inserita nella legge di Bilancio ridetermina l’ammontare complessivo del Fondo per il pluralismo, assicurandone la continuità nel 2026. Le risorse sono destinate, secondo la disciplina vigente, a imprese dell’emittenza televisiva e radiofonica locale; imprese editrici di quotidiani e periodici; interventi per l’innovazione digitale e tecnologica dell’informazione.

Non si tratta di un contributo straordinario o occasionale, ma del mantenimento di uno strumento strutturale, che consente alle emittenti di accedere ai contributi pubblici sulla base di criteri come occupazione giornalistica, produzione informativa, investimenti tecnologici e radicamento sul territorio.

La rivendicazione politica della Lega

Su questo punto la Lega rivendica il risultato politico, parlando di «salvataggio delle televisioni locali» e di rafforzamento del pluralismo dell’informazione sui territori. Il messaggio, diffuso anche attraverso una locandina ufficiale, sottolinea come la scelta contenuta nella manovra rappresenti una difesa concreta di un settore considerato strategico per la democrazia.

Al di là della comunicazione politica, il dato sostanziale è che la legge di Bilancio evita un taglio alle risorse e conferma l’attenzione verso il comparto dell’emittenza locale, in una fase storica caratterizzata da costi crescenti, contrazione del mercato pubblicitario e concorrenza delle grandi piattaforme digitali.

In Calabria un sostegno vitale per l’informazione regionale

In Calabria, il rifinanziamento del Fondo per il pluralismo assume un peso ancora più rilevante. Le televisioni locali rappresentano da decenni un presidio essenziale di informazione, spesso l’unico in grado di garantire una copertura costante di cronaca, sanità, politica regionale, infrastrutture e vita delle comunità locali.

Il sistema televisivo calabrese è composto da emittenti che operano in un contesto complesso, segnato da fragilità economiche, da un mercato pubblicitario limitato e da un territorio vasto e frammentato. In questo scenario, i contributi del Fondo non sono soltanto un aiuto economico, ma uno strumento che incide direttamente su tenuta occupazionale delle redazioni giornalistiche; continuità della produzione informativa locale; investimenti tecnologici e transizione digitale; pluralismo delle voci e accesso all’informazione per i cittadini.

Senza il sostegno pubblico, molte realtà locali rischierebbero una progressiva riduzione dell’offerta informativa o, nei casi più critici, la chiusura. Un rischio che avrebbe ricadute non solo sul piano economico, ma anche su quello democratico, impoverendo il dibattito pubblico e la capacità dei territori di raccontarsi.

Per questo, in Calabria, il passaggio inserito nella legge di Bilancio viene letto come una boccata d’ossigeno per il comparto e come un segnale di attenzione verso un sistema dell’informazione che continua a svolgere una funzione insostituibile di servizio pubblico, pur operando nel mercato.