Con la seconda edizione del Premio, il Corecom rilancia il valore dell’identità. Il presidente Scarpino: «La lingua è un ponte tra memoria e futuro. Proteggerla significa custodire l’anima dei territori»
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Le lingue minoritarie della Calabria — arbëreshë, grecanica e occitana — sono tornate al centro del dibattito pubblico grazie alla seconda edizione del Premio “Minoranze Linguistiche Calabresi”, promosso dal Corecom Calabria con il sostegno del Consiglio regionale, un’iniziativa che unisce memoria, identità e comunicazione.
L’evento si è svolto nella sede del Consiglio regionale, alla presenza di rappresentanti istituzionali e del mondo culturale, riaffermando il valore della tutela linguistica sancita dall’articolo 6 della Costituzione e dalla Legge 482/1999, che riconosce le minoranze linguistiche storiche come patrimonio della Repubblica.
«La lingua è un ponte tra memoria e futuro. Proteggerla significa custodire l’anima dei territori e la dignità delle comunità che li abitano», ha dichiarato Fulvio Scarpino, Presidente del Corecom Calabria.
Alla cerimonia ha partecipato la Presidente della Valle d’Aosta, Elena Boschini, che ha sottolineato l’importanza della collaborazione interregionale per la piena attuazione delle politiche di tutela linguistica, richiamando il ruolo delle fondazioni e dei centri culturali regionali.
Presenti anche Cesare Gariboldi, Presidente del Corecom Lombardia, e Vincenzo Cimino, Presidente del Corecom Molise, che hanno evidenziato il valore della cooperazione fra i Corecom italiani come rete di vigilanza e promozione culturale, capace di unire la dimensione comunicativa con quella educativa.
L’Avv. Mario Mazza, Vicepresidente del Corecom Calabria, ha posto l’accento sulla necessità di rafforzare gli strumenti regionali di attuazione della Legge 482/1999, affermando che «le norme regionali rappresentano un motore decisivo per dare visibilità alle lingue e alle culture minoritarie, traducendo la tutela in opportunità di sviluppo culturale e territoriale».
Le opere premiate
Le quattro opere finaliste, diverse per linguaggio e ambientazione, condividono una visione comune: la lingua come memoria viva e strumento di comunità.
Ciascun film ha raccontato un frammento di Calabria dove la parola incontra l’immagine e la memoria diventa energia creativa e civile.
1° classificata – “Gallicianò, il borgo che parla il greco antico”
Un viaggio nella Bovesìa, dove il greco di Calabria sopravvive come eco viva del passato. La regia privilegia il paesaggio sonoro, trasformando le voci in linguaggio identitario.
2° classificata – “Essere Arbëreshë”
Un racconto corale delle comunità arbëreshe, dove abiti, riti e canti diventano la grammatica visiva di un’identità ancora viva.
3° classificata – “Ogni futuro apre la porta del passato”
Un dialogo tra generazioni che mostra come la lingua sopravviva quando diventa esperienza educativa e affettiva.
Menzione speciale – “A nozze cu Mustazzolu”
Un racconto in cui la cucina diventa linguaggio e la tradizione orale si rinnova nei gesti quotidiani, trasformando il cibo in memoria condivisa.
Un impegno che guarda al futuro
Il Premio “Minoranze Linguistiche Calabresi” rappresenta un modello di sussidiarietà culturale attiva.
Le opere selezionate entreranno a far parte della Sezione Multimediale del Polo Culturale del Consiglio regionale, che custodisce e diffonde materiali audiovisivi dedicati alle lingue e alle culture delle comunità storiche calabresi.
“Le opere premiate dimostrano che la lingua non è solo parola, ma immagine, musica e memoria condivisa”, ha concluso il Presidente Scarpino, evidenziando come la Calabria possa diventare un laboratorio nazionale per la valorizzazione delle identità linguistiche.