Non un giorno di festa ma impegno, sfide e battaglie quotidiane. Pensieri e riflessioni delle donne che lavorano nel network LaC in questa giornata speciale
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Non una festa, ma un momento di riflessione. È questo l’obiettivo del contributo che le donne di LaC hanno deciso di dare in occasione dell’8 marzo. Una giornata che diventa l’occasione e l'opportunità per riflettere sulle conquiste, ma anche sulle difficoltà che le donne ancora oggi affrontano.
La lotta non è solo contro il pregiudizio visibile, ma anche contro quello più subdolo, che si annida nelle strutture e nei sistemi di potere. L’8 marzo diventa così il momento per riaffermare un impegno costante, un passo in più verso la costruzione di una società che non solo celebra, ma riconosce, valorizza e rispetta.
Perché la vera festa, quella che ogni donna merita, è il riconoscimento quotidiano dei suoi diritti, delle sue capacità e delle sue conquiste. Del resto come diceva Oriana Fallaci “Non si può fare la rivoluzione senza le donne”.
Chiara Alviano (LaCapitale News)
Oggi il mondo sta andando verso una direzione che mi incupisce e mi dilania il pensiero. Desidero vedere più gente celebrare l’amore e la vita con la consapevolezza che potrebbe improvvisamente cessare. Desidero una società più libera da giudizi e pregiudizi, dove la 'diversità' è un valore e non una barriera.
Emilia Canonaco (giornalista)
Pochi giorni fa ho avuto il privilegio di intervistare Matilde Lanzino: sua figlia Roberta fu violentata, seviziata e uccisa il 26 luglio 1988 sulla strada di Falconara Albanese. «È stata assassinata per il solo motivo di essere una donna», mi ha detto la signora Matilde che da quel tragico evento nasconde i propri occhi dietro un paio di grandi occhiali scuri e porta avanti la Fondazione “Roberta Lanzino”, dedicata alle donne vittime di violenza. Insieme al marito Franco, ha tramutato lo strazio per la morte dell’amata figlia Roberta in una quotidiana battaglia civile. In questa giornata dell’Otto marzo, il mio pensiero è dedicato al loro impegno
Annarita Castellani (giornalista)
Essere donna nel giornalismo è stato a lungo come scalare una montagna ripida, con sentieri tracciati da mani maschili. Ma ogni passo, ogni articolo, ogni inchiesta, ogni professionista di carattere ha contribuito a spianare la strada, a tracciare nuovi percorsi per ciascuna di noi. Oggi celebriamo non solo i traguardi raggiunti, ma anche la forza e la tenacia che hanno permesso alle donne di conquistare spazi un tempo inaccessibili. Il nostro sguardo, la nostra sensibilità, la nostra empatia, la nostra determinazione ora finalmente arricchiscono il panorama informativo, offrendo nuove chiavi di lettura della realtà anche all'universo maschile. L'8 marzo personalmente non lo reputo una festa, ma un monito: non chiediamo permessi, non cerchiamo approvazioni. Pretendiamo il nostro posto, con la stessa fermezza e la stessa passione che hanno guidato le nostre antenate.
Rosalba Ciconte (regia tg)
Sono le donne la forza silenziosa che muove il mondo.
Come ha detto Diane Mariechild “una donna è il cerchio completo. Dentro di lei c'è il potere di creare, nutrire e trasformare”.
È proprio così, perché noi donne siamo capaci di trasformare il dolore in rinascita, la fragilità in coraggio, i sogni in realtà. Tutte le donne custodiamo dentro di noi battaglie vinte o perse, ma portate avanti con determinazione, e illuminando con amore il cammino di chi ci circonda.
"Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono far tutto” Oscar Wilde.
Gabriella Chiarella (palinsesti tv)
La forza delle donne non è una cosa astratta. Io l’ho vista.In una giovane madre che ha cresciuto sua figlia da sola. In una donna senza figli che ha accudito quegli degli altri come fossero suoi. In una ragazzina che ha dichiarato in tribunale di aver subito molestie sessuali senza neppure conoscere ancora il sesso. Ma non capivo il parallelo con la mimosa. Poi l’ho visto. Pioveva a dirotto e l’albero di mimose restava intatto, luminoso. Non c’è temporale che possa spegnere la luce delle donne.
Luana Costa (giornalista)
La necessità di dover celebrare il valore della donna credo che sia indice del contrario, ovvero di un disvalore ancora molto radicato nella società italiana. Celebrandone la ricorrenza – una volta all’anno – si finge di riconoscerne le qualità, conclamate ormai in ogni ambito professionale, continuando tuttavia ad ignorare le vere questioni che costringono ancora oggi la donna ad affrontare in solitudine luoghi di lavoro in cui non sono riconosciuti pari diritti salariali, opportunità di carriera. Una società che le impone pesanti sacrifici dal punto di vista personale e professionale
Elisa Barresi (giornalista)
“Se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna”. Credo che quanto detto da Margaret Thatcher rappresenti l’impegno costante di ogni mio giorno. Una realtà che ho maturato nella convinzione che essere donna sia una sorta di super potere ecco perché quando mi parlano di parità di genere lo vedo quasi come un gioco a perdere. Tenetevi le quote rosa, io voglio continuare a mantenere tutte le diversità che negli anni mi hanno costretto a lottare per dimostrare che Donna è un plus non un minus e che non ci penso neanche ad abbassare le mie potenzialità o competenze per una pseudo parità. Celebrare le donne dovrebbe essere un dato scontato e avverrà quando non si parlerà più di divario salariare, ad esempio.
Cristiana Crea (regia tg)
La festa della donna non è solo una celebrazione, ma anche un richiamo all’ attenzione. È un momento per riflettere sui progressi raggiunti e sulle sfide ancora da affrontare. È un’occasione per riconoscere il contributo delle donne in ogni ambito, compresi quelli meno visibili, che promuovano l’unità di genere. È un giorno per onorare le donne che hanno lottato per i diritti e le libertà, e per impegnarsi a continuare questa lotta, rompendo e riscrivendo le narrazioni. Essere donna significa portare con sé una ricca eredità di forza e creatività. Essere donna significa affrontare e superare sfide uniche, ma anche avere l’opportunità di fare la differenza in modo straordinario.
Giusy D’Angelo (giornalista)
Lo sforzo quotidiano di conciliare affetti, lavoro, carico domestico. Per molte donne la vita è una continua e affannosa corsa nella ricerca di un equilibrio che si scontra contro stereotipi culturali e sociali, disuguaglianze salariali, servizi welfare non all’altezza e diritti conquistati solo sulla carta. Il mio augurio è che ci sia il coraggio di andare oltre le mimose, oltre le parole di rito confezionate per la ricorrenza. Più che mazzolin di fiori, rispetto e dignità. Ogni giorno dell’anno non solo l’8 marzo.
Assunta De Francesca (giornalista)
Normalissima Violenza. Il male non è mai straordinario, o forse lo diventa soltanto quando smettiamo di vederlo. Si annida nell’abitudine, nel pensiero che non s’interroga più, nel silenzio che diventa complicità. Allo stesso modo la sofferenza si insinua nella normalità, nei silenzi, nei gesti ignorati, nelle giustificazioni, negli occhi che non osservano. Quanta violenza tolleriamo ogni giorno senza neanche riconoscerla più?
Patrizia De Napoli (giornalista)
L’8 marzo dovrebbe essere un’occasione di riflessione sul cammino che le donne hanno affrontato fino a oggi, in una società che ancora fatica a riconoscere il giusto valore del loro lavoro, sia dentro che fuori casa. Essere donna significa affrontare una doppia sfida: conciliare il lavoro con la gestione della famiglia. Il peso delle responsabilità viene spesso sottovalutato, e bilanciare lavoro e vita domestica non è mai semplice: seguire i figli nei compiti e nelle loro attività, preparare i pasti, la gestione della casa e preparare tutto per il giorno successivo. La donna è da sempre multitasking, ma questo non vuol dire non provare stanchezza, ma saper semplicemente gestire più impegni contemporaneamente, una qualità straordinaria che rende tutte le donne una vera forza della natura ed anche quando sono stanche, trovano sempre la forza di sorridere.
Maria Grazia Falduto (direttore editoriale)
Mi ha molto colpito una bella frase di una delle più grandi interprete italiane, una donna che ha fatto la storia della musica, che ha anche influenzato la società e il costume italiani degli anni ‘60. Si tratta di Mina che tempo fa scrisse: “Il fatto che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna mi sembra una gran cretinata. E’ la solita storia che puzza di mancia, di gratifica natalizia, di carità, di bel gesto nei confronti di noi donne, esseri inferiori. Io mi sono rotta leggermente. E dietro una grande donna c’è sempre chi o cosa? Solo se stessa, temo”.
Dietro una donna spesso non c’è nessuno, spesso ci sono le sue difficoltà, le solitudini, e tante amarezze. E comunque dietro una donna c’è sempre se stessa, il suo coraggio, la sua voglia di lottare. Troppe donne nel mondo ancora oggi sono sole, lottano per la loro indipendenza, per poter contare nella società. Ecco, è a queste donne che va il nostro pensiero, ma deve andare anche la lotta di tutti, affinché non ci sia mai più differenza tra uomo e donna.
Martina Federico (giornalista)
Che sia un'occasione importante per riflettere, nonostante i progressi ottenuti nella lotta per i diritti delle donne, delle disuguaglianze e violenze che ancora molte donne affrontano quotidianamente. Che sia oggi un'ennesima opportunità per valorizzare il contributo delle donne nella società, nella famiglia e nel mondo del lavoro. Insieme, possiamo promuovere l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne. Buon 8 Marzo.
Anna Foti (giornalista)
Un fiore povero diffuso nelle campagne italiane ferite dalla guerra. La mimosa, che in questo giorno dell’anno diventa un business, nacque come segno di una lotta che dalla fase armata della Resistenza al Nazifascismo, 80 anni fa, diventava impegno collettivo per affermare i diritti delle donne. A suggerirlo fu la partigiana Teresa Mattei, con Teresa Noce e Rita Montagnana. Tutte madri della nostra Costituzione. Proprio da essa, oggi, occorre più che mai ripartire, dal suo straordinario e poetico articolo 3 che invoca da quasi ottant’anni, pari Dignità e Libertà. Restando inascoltata.
Rossella Galati (giornalista)
Gioie, paure, ansia, felicità. Già donne e all’improvviso madri. Per tutti la vita è una continua sorpresa. Per le donne lo è ancora di più, soprattutto quando nel tuo corpo iniziano a battere due cuori e metti al mondo una nuova vita.
Essere madre senza smettere di essere donna, ma continuando ad avere aspirazioni, a prendersi cura di sè seguendo la strada della crescita personale e professionale. Vivere la maternità come opportunità e non come limitazione, questa è la chiave.
Essere donna, ma anche madre e lavoratrice, è una scelta di vita che colora ogni giornata di responsabilità e doveri ma anche di soddisfazioni ed entusiasmo. E ancora. Essere donna con un uomo accanto che ti rispetti e ti incoraggi, rende il viaggio più avvincente.
A pochi giorni dalla nascita del mio secondo figlio, da quell’attimo che per la seconda volta ha stravolto la mia vita, sento di essere una donna nuova.
Le donne che scelgono di essere madri, nel massimo rispetto di chi decide il contrario, si affacciano ad un mondo straordinario, che ogni giorno produce amore, muta e si rinnova. È una scelta che non prevede copioni, un percorso che si consolida giorno per giorno, senza mai dimenticare che ogni mamma è prima di tutto una donna.
Francesca Giofrè (giornalista)
La strada per noi donne è ancora lunga e forse Giornate come questa non servono poi a molto, se nella vita di tutti giorni fatichiamo ad affermarci, a dividerci tra lavoro e famiglia, abbiamo paura di camminare da sole nel buio. Resta la speranza che in un futuro, non troppo lontano, le cose possano cambiare per davvero. Può accadere, grazie alla nostra forza e circondandoci di uomini gentili.
Il video realizzato dal network LaC
Cristina Iannuzzi (giornalista)
Io l'otto. Io l'otto per la mia dignità di madre. Io l'otto per la mia dignità di lavoratrice. Io l'otto per la mia dignità di donna. L'8 marzo è il mio giorno. Il giorno della mia emancipazione.
Francesca Lagatta (giornalista)
Se Dio non mi avesse fatto nascere donna, chi sarei stata io nella mia vita? Me lo sono chiesto tante volte in questi miei lunghi e intensi 39 anni. Ma non sono mai riuscita a darmi una risposta. Non mi immagino diversa da come sono; non so come avrei potuto attraversare le tempeste della mia esistenza senza quella forza innata che hanno solo le donne. Loro sono donatrici di vita, sono guerriere silenziose, sono il miracolo nel miracolo.
Francesca Lagoteta (giornalista)
Viviamo in un Paese ancora maschilista, per niente a misura di donna. Non amo l’ipocrisia che ogni anno ci vede “uguali e forti”. Ma uguali a chi? Agli uomini? A quelli che dettano retribuzioni più basse, scarse tutele, stereotipi di genere solo perché hai un cromosoma diverso da loro? No, grazie. Preferisco la mia “diversità”. La “Festa della donna” nell’immaginario comune è percepita-appunto- come una festa (mimose,samba e karaoke) e non come un momento di riflessione sulle condizioni passate e attuali della donna. Non ho bisogno di un giorno specifico per ricordarmi i soprusi, le difficoltà o le donne che vengono ammazzate, solo perché donne. Viva le donne, ogni giorno dell’anno!
Francesca Minutolo (regia tg)
Oggi donna significa essere “forte, tosta, indipendente” come dice Marcella Bella nella sua canzone presentata all’ultimo festival di Sanremo. La giornata a noi dedicata, ogni anno ci ricorda di rivendicare questa continua affermazione delle donne nel contesto socio culturale corrente. Dimostrare il nostro valore diventa un compito indispensabile ed ineludibile; dunque indossiamo la nostra elegante maschera con un bel sorriso stampato sopra, al fine di occultare ogni fragilità per evitare che venga minata la nostra credibilità, specialmente nel contesto lavorativo. Ogni giorno, in realtà, portiamo addosso un grande fardello che, a volte, risulta essere troppo pesante. Da qui la forza delle donne di reagire alle difficoltà e la continua voglia di reinventarsi. Mamma, figlia, nonna, casalinga, lavoratrice, artista; sono molteplici i ruoli che una donna è capace di ricoprire. La donna, in definitiva,si può riassumere con una sola parola: multitasking.
Melania Neri (giornalista)
L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, non è solo un'occasione per onorare la figura femminile di tutto il mondo, ma anche un invito a riflettere sulle sfide ancora presenti. Dall'accesso equo all'istruzione e al lavoro, alla lotta contro la violenza di genere. Ogni progresso conta. Celebriamo le donne e continuiamo a sostenere l'uguaglianza e il rispetto reciproco ogni giorno. Insieme, possiamo costruire un futuro più giusto e inclusivo.
Sania Pappaletto (reception LaC)
L’8 marzo arriva ogni anno con le sue celebrazioni, i messaggi di circostanza, le mimose. Ma a cosa serve davvero? Non ho mai sentito questa giornata come una festa. Piuttosto, la vivo come un momento per rendermi conto di quanta strada ci sia ancora da fare. Perché il rispetto, la parità, le opportunità non dovrebbero essere un tema di un solo giorno, ma di tutti i giorni. Un solo giorno non potrà mai ripagare tutti gli altri giorni dell’anno in cui le donne vengono ignorate, sottovalutate, ostacolate. Mi piacerebbe che non ci fosse più bisogno di una “Giornata della Donna”, perché significherebbe che abbiamo già ottenuto ciò per cui ancora oggi dobbiamo lottare. Fino ad allora, più che festeggiare, preferisco ricordare, riflettere e continuare nel mio piccolo a far sentire la mia voce.
Alessia Principe (giornalista)
Odio la retorica e le celebrazioni mi irritano quanto e più di un eritema. È ancora un mondo di uomini, e nessuna giornata cambierà le cose. A marzo, ma il 23, avvenne l’incendio della Triangle a New York. Le operaie cucivano shirtwaist che non potevano permettersi. Nessuno pagò. E nessun giorno celebrativo potrà mai scardinare quelle serrature né le ingiustizie, le "compleoffese" o le battute che quotidianamente dobbiamo gestire, digerire, metabolizzare. Vorrei che la solidarietà fra donne traslocasse dal piano dell'utopia alla realtà, ma siamo ancora lontanissime tra noi e dal mondo che ci meritiamo.
Stefania Reale (regia tg)
“Una donna forte è quella che riesce a costruire un impero con i mattoni che le hanno lanciato addosso”
Stella Santoro (post produzione)
Il silenzio non è mai stata un’opzione. Abbiamo combattuto per farci ascoltare, per affermare chi siamo, per difendere ciò che meritiamo. Chi pensa di spegnere le nostre voci si illude: non accetteremo mai di essere messe a tacere.
Manuela Serra (caporedattore LaC News24)
Voglio che cresca in un mondo dove possa scegliere senza paura di essere giudicata. Voglio che sia libera di indossare quello che vuole, di giocare con ciò che più le piace, di esplorare il mondo senza sentirsi costretta a conformarsi a ruoli prestabiliti. Voglio che possa sempre fare le sue scelte senza sentire il peso di aspettative che non le appartengono. Voglio questo per mia figlia. E vorrei questo per tutte le donne.
Palma Serrao (giornalista)
Autenticità,caparbietà, dolcezza: in un mondo in cui regna sotteso l’alone di una misoginia ancestrale e divampa la mercificazione dei corpi e il trionfo tumultuoso della violenza, la vera femminilità ci riconsegna il valore inestimabile dell’ essere, di una bellezza virtuosa, accogliente che mira dritto al senso più profondo dell’umanità.
Simona Spadafora (reception Cosenza Channel)
8 marzo, festa della donna: la giornata che puntuale, ogni anno, si tinge del giallo brillante delle mimose e inonda di intenso profumo i pensieri rivolti alla figura femminile.
Un motivo in più per festeggiare, certo, del resto oggi quasi tutto ha un giorno dedicato; è la festa che aspira a restituire nuova gioia e risolleva gli umori anche quando i tempi sembrano bui.
Ma questa festa, che anticipa il ritorno della primavera, porta con sé l’odore di un lungo inverno, e delle battaglie, delle sconfitte e l’infinito rialzarsi della donna per abbattere muri, sgretolare pregiudizi, per difendere il proprio valore e conquistarsi un posto al sole o, più drammaticamente, riuscire a difendere il proprio diritto alla vita.
L’8 marzo dunque, porta con se la festa e assieme la riflessione: celebriamo la donna nel suo incedere, fiera della forza storica che la precede e delle sfide che ha saputo cogliere, augurandole di non dover mai rinunciare ai propri diritti.
Alessia Truzzolillo (giornalista)
Ormai lo so, per rintracciare mia nipote di otto anni tra i suoi mille impegni devo intrufolarmi in quella pausa di relax che si concede subito dopo pranzo. Mi avvicino a lei con sorriso mellifluo. Nipote distoglie appena lo sguardo dall’Ipad: «Zia che vuoi?» «Tesoro, tu ti senti diversa rispetto ai tuoi compagni maschi?» «In che senso zia?» «Pensi che siano più forti, che possano fare più cose di te?» «No, siamo uguali» «Tu fai cose da maschi?» «Che vuol dire fare cose da maschi?» «Non importa amore. Mi ritengo soddisfatta così».
Mariassunta Veneziano (giornalista)
Anche oggi. Svegliati, alzati, prepara, preparati, urla, sbuffa. Respira. Calmati. Pensa. Corri. Un bacio sulla guancia, un altro sulle dita da acciuffare al volo. L’hai preso? L’ho preso. Pensa e corri. Siediti e pensa. Leggi, scrivi, rileggi. Alzati e pensa. Un abbraccio, un gioco sul tappeto, la cena la doccia il pigiama. Leggiamo. Di Lupo. Lupo che amava gli alberi e non amava il Natale, Lupo che voleva cambiare colore, voleva fare il giro del mondo e voleva essere un supereroe. E io? Io volevo solo andare a letto presto.