In calo gli scontri mortali. Secondo i dati Istat del 2024 la nostra regione si avvicina agli obiettivi europei, ma il quadro resta comunque critico anche sul fronte economico: il costo sociale è stimato in circa 426 milioni di euro
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Nel 2024 la Calabria torna definitivamente a una mobilità su livelli analoghi a quelli pre‑pandemia. L’aumento degli spostamenti per lavoro, studio e turismo si riflette però su un dato preoccupante: cresce in modo marcato il numero degli incidenti stradali e dei feriti. A fronte di questa dinamica, emerge tuttavia un segnale positivo, rappresentato dal significativo calo delle vittime.
Secondo il report Istat sugli incidenti stradali, in Calabria nel 2024 si sono verificati 3.107 sinistri con lesioni a persone. Gli incidenti hanno causato 96 decessi e 4.716 feriti. Rispetto al 2023, il numero degli incidenti aumenta del 9,4% e quello dei feriti del 7,5%, incrementi superiori alla media nazionale. Di contro, le vittime diminuiscono dell’11,9%, un calo decisamente più marcato rispetto al lieve -0,3% registrato in Italia.
Un trend di lungo periodo in miglioramento
Lo sguardo al lungo periodo conferma un’evoluzione positiva sul fronte della mortalità stradale. Rispetto al 2010, il numero dei morti sulle strade calabresi si è ridotto del 30,4%, una contrazione più accentuata rispetto al dato nazionale (-26,3%). Anche gli indicatori di rischio mostrano segnali di miglioramento: l’indice di mortalità scende da 3,8 a 3,1 decessi ogni 100 incidenti, mentre diminuiscono anche l’indice di gravità e quello di lesività.
In questo quadro, la Calabria si avvicina agli obiettivi europei di sicurezza stradale, che prevedono il dimezzamento delle vittime entro il 2030 rispetto al 2019. Proprio confrontando il 2024 con il 2019, la regione registra una riduzione delle vittime pari al 7,7%, leggermente superiore alla media nazionale (-4,5%).
Differenze territoriali e criticità infrastrutturali
A livello provinciale, il maggior numero di incidenti si concentra a Cosenza (1.027), seguita da Reggio Calabria (923) e Catanzaro (617). Il calo delle vittime è particolarmente evidente nelle province di Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia, mentre a Catanzaro si registra un aumento dei decessi rispetto all’anno precedente.
L’incidentalità rimane elevata lungo la fascia costiera e nei comuni capoluogo. Continuano a emergere le criticità storiche della SS106 ionica, che nel solo 2024 conta 228 incidenti, 23 morti e 406 feriti. Numeri rilevanti si registrano anche sull’autostrada A2 del Mediterraneo e sulle strade statali SS018 tirrenica e SS107. Le strade provinciali risultano le più pericolose in termini di gravità, con indici di mortalità e di lesività particolarmente elevati.
Strade urbane e autostrade: dove si rischia di più
Il 60% degli incidenti avviene sulle strade urbane, dove si contano anche oltre la metà dei feriti e più di un terzo delle vittime. Tuttavia, gli incidenti più gravi si verificano sulle autostrade e sulle strade extraurbane, dove il rapporto tra decessi e numero di sinistri è più alto.
Nel confronto con il 2023, gli incidenti aumentano su tutte le tipologie di strada, ma l’incremento maggiore si osserva sulle autostrade (+21,6%). In ambito urbano, oltre la metà dei sinistri avviene lungo tratti rettilinei, mentre incroci e curve rappresentano altri punti critici. Sulle strade extraurbane, invece, le curve concentrano quasi un terzo degli incidenti.
Mesi e orari più pericolosi
Il periodo più critico dell’anno resta quello estivo. Tra maggio e settembre si concentra quasi il 46% degli incidenti, con oltre il 40% delle vittime. Agosto, dicembre e luglio risultano i mesi con il maggior numero di sinistri, mentre gennaio, febbraio e agosto sono quelli con più decessi.
Dal punto di vista temporale, il 79% degli incidenti avviene tra le 8 e le 21. Tuttavia, la pericolosità aumenta drasticamente nelle ore notturne e all’alba: tra le 2 e le 3 del mattino e tra le 5 e le 6 si registrano i valori più elevati dell’indice di mortalità. Il venerdì e il sabato notte concentrano oltre un terzo degli incidenti notturni.
Aree urbane e aree interne
Quasi il 68% degli incidenti si verifica nei poli urbani e nelle aree di cintura, mentre le aree interne, pur rappresentando circa un terzo dei sinistri, mostrano una situazione più critica in termini di gravità. In questi territori, l’indice di mortalità è pari a 4,1 decessi ogni 100 incidenti, contro il 2,6 dei centri urbani. Tuttavia, rispetto al 2023, proprio nelle aree interne si registra un forte calo delle vittime (-30,5%).
Comportamenti a rischio e fasce più colpite
La maggior parte degli incidenti coinvolge due o più veicoli, con lo scontro frontale-laterale come tipologia più frequente e più pericolosa. Gli incidenti a veicolo isolato, pur meno numerosi, risultano complessivamente più letali.
Tra le cause principali emergono la guida distratta, il mancato rispetto delle precedenze e la velocità eccessiva, che insieme rappresentano quasi un terzo dei casi. Le fasce di età più colpite in termini di mortalità sono i giovani tra i 15 e i 29 anni e gli adulti tra i 30 e i 44 anni. I conducenti rappresentano circa il 70% delle vittime, mentre i pedoni costituiscono l’11,5% dei deceduti, in gran parte anziani.
Il costo sociale degli incidenti
L’incidentalità stradale ha un impatto economico rilevante. Nel 2024 il costo sociale degli incidenti con lesioni a persone in Calabria è stimato in circa 426 milioni di euro, pari a 232 euro pro capite. Una cifra che pesa non solo in termini economici, ma anche sociali e sanitari.
Il quadro che emerge dal report Istat restituisce quindi un’immagine a due facce: da un lato l’aumento degli incidenti e dei feriti, dall’altro un deciso calo delle vittime e un miglioramento degli indicatori di rischio. Un segnale incoraggiante, che tuttavia non attenua la necessità di interventi strutturali su infrastrutture, controlli e comportamenti di guida, soprattutto nei tratti di strada e nelle fasce orarie che continuano a rappresentare le maggiori criticità.






