L’involucro esterno è terminato e nella pancia del cantiere di Corigliano Rossano si lavora a ritmo serrato. Gli sforzi però potrebbero non bastare per recuperare il ritardo acculato nei mesi scorsi
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Quando l’avventura è iniziata, nessuno avrebbe immaginato, a Corigliano Rossano e più in generale in tutta la Sibaritide, che un ospedale pensato nel 2009, con il solito andazzo delle cose calabre, si sarebbe mai realizzato. Poi, però, Iole Santelli ha fornito l’accelerata decisiva, nella sua pur breve parentesi alla guida della Regione, riallacciando i rapporti coi ministeri competenti che hanno consentito a Nino Spirlì di griffare l’inizio dei lavori e ad a Roberto Occhiuto di imprimere la propulsione decisiva. Un’impresa titanica in mezzo alle sabbie mobili della burocrazia che hanno ritardato il progetto di oltre quindici anni.
Oggi dovremmo essere al punto di svolta nei lavori dell’ospedale della Sibaritide. Anche l’involucro esterno è terminato e più in generale i lavori dovrebbero attestarsi, al momento, a poco più del 50% del totale.
Ciò potrebbe tradursi in un ritardo netto sulla consegna, prevista ad agosto 2026, di almeno un anno. Nonostante l’ottimismo politico dilagante, la realtà sembrerebbe nettamente diversa a tal punto da indurre la D’Agostino, la società concessionaria che sta costruendo l’ospedale della Sibaritide e che lo gestirà per 28 anni dalla data di consegna, a chiedere alla Regione una proroga.
Queste le ultime indiscrezioni che trapelano dalla pancia del cantiere di contrada Insiti, nel cuore baricentrico di Corigliano Rossano, dove comunque il ritmo dei lavori prosegue spedito ma a quanto pare non a tal punto da recuperare il gap accumulato nei mesi scorsi, anche per via delle lungaggini sull’approvazione della variante progettuale che ha aggiornato l’ospedale alle normative post Covid e sul risparmio energetico nel frattempo intervenute. Intoppi e modifiche che hanno fatto lievitare i costi da 144 milioni a quasi 300.


