«Una volta dissi che il sindaco di Cosenza sarebbe poca cosa se non fosse aiutato da Padre Fedele e dai parroci della città. Se davvero siamo vicini ai poveri, è grazie al loro cuore generoso». Giacomo Mancini pronuncia queste parole l'undici maggio 2001, in occasione della posa della prima pietra dell’Oasi Francescana in via Romualdo Montagna, su un terreno che Padre Fedele Bisceglia aveva donato all'ordine dei francescani al quale apparteneva, dopo averlo ricevuto dalle famiglie Miceli, Bilotti e Granata.

Un vecchio comunicato stampa, diramato per l'occasione da Palazzo dei Bruzi, recita: «Il complesso edilizio di sei piani, collegato alla struttura attuale con un ponticello, si svilupperà in cinque corpi ben distinti ma assemblati tra loro su un'area complessiva di duemila metri quadri, per un costo di circa due miliardi di lire. Vi troveranno posto ambulatori, infermeria e un laboratorio dentistico dove lavoreranno circa cinquanta medici volontari, alloggi per oltre cento persone, e una grande hall».

Prima che la cerimonia di posa della prima pietra abbia fine, Padre Fedele dice: «Il Comune di Cosenza è il maggior contribuente dell'Oasi Francescana. Il sindaco Giacomo Mancini è al nostro fianco da molti anni, e sono sicuro che continuerà ad esserlo ancora per tanto tempo». Un gruppo di bambini sventola bandiere tricolore e rossoblù, in omaggio alla fede calcistica del "monaco".

Monsignor Bilotti, vicario del vescovo di Cosenza, benedice la lapide collocata all'ingresso della struttura, sulla quale si legge: "Oasi Francescana. S.E. monsignor Agostino Giuseppe, on. Giacomo Mancini; Padre Fedele Bisceglia e i frati Cappuccini addì 11 maggio 2001 posero".

I lavori terminano nel novembre 2003. Nel giro di poco tempo, diventano operativi il servizio mensa e l'accoglienza diurna e notturna. Quattro anni dopo, l'Oasi Francescana si arricchisce di due comunità per adulti in difficoltà: sono la "B.Angelo d'Acri" dedicata agli uomini, e la "M.Elena Aiello", che offre ospitalità alle donne. Nel 2008, all'interno della struttura di via Romualdo Montagna, viene tenuto a battesimo il poliambulatorio specialistico "F.Buoncristiano". A questa inaugurazione, però, Padre Fedele Bisceglia non è presente: all'alba del 23 gennaio 2006, infatti, la Polizia era andato ad arrestarlo con l'accusa di violenza sessuale ai danni di una suora che, per un certo periodo, aveva prestato servizio proprio all'interno dell'Oasi Francescana.

Il "monaco ultrà" rimane una decina di giorni nel carcere di Cosenza, prima di essere trasferito nel convento francescano di Belvedere Marittimo, dove trascorrerà un periodo agli arresti domiciliari. La vicenda giudiziaria conquista la ribalta nazionale e fa scalpore: Padre Fedele Bisceglia diventa una persona dalla quale prendere le distanze. Il 15 ottobre 2010 l'Oasi Francescana cambia la propria denominazione sociale in Fondazione Casa San Francesco d'Assisi.

Padre Fedele Bisceglia viene espulso dall'Ordine dei frati Cappuccini e sospeso a divis per aver trasgredito al voto di obbedienza, per non essersi allontanato da Cosenza e non aver accettato gli avvocati proposti dalla Curia. Al monaco è vietato dire la messa e confessare, ma lui continua lo stesso ad indossare il saio. I piedi nudi dentro ai sandali consunti e neanche un tetto sulla testa. Nel settembre 2011, con un gesto dirompente, decide di andare a vivere sotto il ponte di Alarico in compagnia di cinque amici poveri: «Non ho una casa, e mi sono stancato di stare con i miei parenti».

Lo sconforto è passeggero e il desiderio di continuare a prendersi cura degli ultimi arriva a rinfrancarlo come un balsamo. Padre Fedele dedica così tutte le sue energie a un nuovo progetto: trasformare un vecchio rudere sulle colline di Donnici nel Paradiso dei Poveri. I tormenti giudiziari si placano il 9 giugno 2016, quando la Corte di Cassazione respinge il ricorso del Pubblico ministero e assolve definitivamente Padre Fedele con la formula "Il fatto non sussiste". Il 25 giugno dello stesso anno, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto lo nomina assessore con delega al contrasto alla povertà, al disagio e alla miseria umana e materiale.

Finita questa breve esperienza amministrativa, Padre Fedele Bisceglia capita di incontrarlo sull'Isola pedonale di Cosenza, anche nelle giornate più fredde, a raccogliere offerte a sostegno dei poveri e dei progetti umanitari che continua a portare avanti nel continente africano. Vive, assistito dalla fedele Teresa Boero, nel Paradiso dei Poveri di Donnici dove, all'interno di una piccola cappella realizzata con la pietra, dice messa tutti i sabato. 

Nel corso di un'ultima intervista, disse: «Casa San Francesco è gestita da Pasqualino Perri, un ragazzo che ho cresciuto. Cammina per la sua strada, se la cava bene. Lo seguo da lontano, e ogni tanto vado a trovarlo. Il bene fa rumore, l'Oasi Francescana era una struttura attorno alla quale ruotavano grossi interessi, anche all'interno della Chiesa e dell'Ordine dei frati cappuccini. Esistono invidie e gelosie, suor Tania non può aver fatto tutto da sola. Prima di morire, vorrei incontrare la suora che mi ha accusato. Vorrei dirle che l'ho perdonata. Vorrei morire con questa serenità nel cuore».