Per il deputato Bonelli il Governo «ha scardinato le leggi della Repubblica italiana per fare un grande favore ai privati e questo è un fatto incredibile»
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Un incontro dal titolo emblematico, "Una questione di buon senso", ha riunito ieri a Villa San Giovanni, nell’Auditorium dell’Istituto Giovanni Trecroci, associazioni ambientaliste, rappresentanti istituzionali, esperti e cittadini per discutere con dati alla mano sull’impatto del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Un confronto acceso, ma costruttivo, su quello che viene definito da più parti un interesse nazionale solo presunto, a fronte di impatti ambientali certi e conti che non tornano.
Promosso da Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf, con il sostegno del movimento No Ponte, l’evento si è articolato in due sessioni tematiche. La seconda parte, coordinata dalla sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti, ha messo al centro la politica e la rappresentanza dei territori. «L’interesse nazionale non può essere quello di una sola parte politica», ha affermato Angelo Bonelli, deputato AVS, aprendo una riflessione sulla necessità di una visione condivisa. Sono poi intervenuti: Giovanni Cordova, antropologo e attivista No Ponte, Annalisa Corrado, europarlamentare PD, Amedeo D’Alessio della Filt-Cgil, Sandro Repaci, sindaco di Campo Calabro, e in collegamento Pasquale Tridico, europarlamentare M5S. A chiudere la giornata il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
Una grande incognita ormai da troppi anni eppure adesso sembra quasi voler diventare realtà considerando che il vicepremier Salvini parla di inizio certo dei lavori. Ma Bonelli non è di questo avviso. «Salvini da anni, da quando fai il ministro dei trasporti, dice che inizieranno i lavori ma i lavori non sono iniziati. Hanno scardinato le leggi della repubblica italiana per fare un grande favore ai privati e questo è un fatto incredibile. Nessun organismo tecnico dello Stato ha approvato questo progetto. Cosa sta accadendo con il ponte sullo stretto di Messina? Accade che per 14 miliardi di euro di soldi pubblici non si presenta nessuna richiesta di validazione del progetto pertanto chi lo presenta e chi se lo approva è chi lo ha scritto il progetto. Ecco questo è l’Italia. Allucinante quello che sta facendo Salvini e poi di allucinante e di inquietante ci sono queste inchieste della Procura. Io mi chiedo come sia possibile che informazioni riservate siano state date alla capo di We-build».
E sulle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata, escluse a priori da Salvini, Bonucci non ha dubbi: «Salvini è un chiacchierone. Nessuno gli dà retta anche Giorgia Meloni s'è cominciata a rendere conto di quanto sia chiacchierone. Il punto è che il ministro dei trasporti sta utilizzando 14 miliardi di euro di soldi pubblici ma la Calabria e la Sicilia hanno delle priorità che sono drammatiche. Penso alla sanità pubblica che è allo sfascio e ci sono cittadini del sud che non hanno gli stessi diritti dei cittadini del nord, oppure delle scuole o dei trasporti ferroviari ancora ci sono i binari unici, oppure le littorine a gasolio che pensavamo fossero relegate al secolo scorso e ancora oggi funzionano. E con tutto questo vogliono spendere 14 miliardi di euro facendo un grande favore e regali hai privati».
Gli ambientalisti hanno rimesso sul piatto tutte le osservazioni presentate per evidenziare l’infattibilità dell’opera mentre i sindaci di Villa e Reggio hanno posto l’accento sulla questione politica. «Quello che abbiamo letto negli ultimi giorni sulle indagini delle cinque procure – ha detto il sindaco Caminiti - se da una parte restano perplessità dall'altra conferma ciò che è sempre abbiamo riferito a tutti i tavoli: questi sono territori fragili, queste due regioni sono fragilissime per la pregnanza dell'infiltrazione della criminalità organizzata il che non vuol dire che un'opera pubblica non si deve fare, perché altrimenti sarebbe il fallimento dello Stato, viceversa la presenza di cinque Procure che indagano dimostrano che lo Stato c'è e quindi ben vengano le indagini l'attività degli inquirenti delle forze dell'ordine perché questo rasserena il ruolo dell'istituzione di questa città, di questa istituzione che sta seduta ai tavoli del confronto. Capirete bene che non è di poco conto immaginare che sopra le nostre teste siano passando degli affari della ‘ndrangheta, di Cosa Nostra e allora anche da questo territorio vanno tutelati non solo dall'infrastruttura dalle sue conseguenze ma soprattutto nella fragilità sociale di due territori che non potrebbero sopravvivere soprattutto all'infiltrazione mafiosa».
Un no che arriva anche dal sindaco Falcomatà che alle date di inzio lavori segnate da Salvini risponde caustico: «Mi piace questa cosa che quando queste comunicazioni vengono date a determinati livelli si chiamano “date” quando le danno gli altri si chiamano annunci. Noi in realtà abbiamo assistito soltanto a degli annunci sul ponte che non si sono mai concretizzati, invece, si sono scontrati con la realtà dei fatti di un progetto che fa acqua da tutte le parti come certificano i dati dei tecnici.
Noi continuiamo ad essere coerenti mantenendo sempre lo stesso approccio e mantenendo la linea ferma di chi non vuole sentire chiacchiere, di chi non vuole sentire dati e annunci, di chi non vuole soprattutto che le ipotesi su come finanziare questo ponte vadano a decurtare, a tagliare e quindi di conseguenza modificare le legittima aspettative dei territori perché sono risorse prese dai fondi per la coesione, che lo ricordo a me stesso costituzionalmente parlando, sono risorse che dovrebbero essere aggiuntive rispetto agli stanziamenti ordinari per consentire al mezzogiorno di colmare il gap con il centro è il nord del paese se già non sono aggiuntive ma sono diventate nel corso degli anni sostitutive.
E adesso con l'ipotesi di sottrazione di queste risorse per finanziare il ponte diventano addirittura risorse che si tolgono totalmente allo sviluppo dei territori siamo davvero al paradosso».
L’incontro ha rappresentato un punto fermo per chi ritiene che il Ponte sullo Stretto non sia una priorità reale per i territori coinvolti. Con il contributo di voci autorevoli e plurali, il messaggio è chiaro: prima del cemento servono analisi, buon senso e rispetto dell’ambiente e delle comunità locali.