Il calo di affluenza c’è e si vede. L’effetto psicosi da botulino si manifesta anche nell’appuntamento di Falerna della carovana nazionale dell’International Street Food, da alcuni giorni in giro per la Calabria proprio in coincidenza con il caso di Diamante e dei cibi contaminati dalla letale tossina. La scelta di proseguire con la manifestazione è dettata dalla consapevolezza della qualità dei prodotti offerti: alimenti sani, adeguatamente conservati e provenienti da filiere controllate. Un modo per sostenere il riscatto del cibo da strada e marcare la differenza tutt’altro che labile, tra chi si improvvisa e chi invece opera nel settore con esperienza e professionalità e che ha ben chiare le regole igienico-sanitarie.

Rispetto dei protocolli

La stretta sui controlli non preoccupa, al contrario: ben vengano, così da certificare la qualità e tranquillizzare i consumatori: «Le visite dei Nas sono frequenti, ma in ogni caso lavoriamo sempre seguendo alla lettera i protocolli» dice Nada Danielova dal suo food truck di distribuzione delle birre originali di Praga. Gli fa eco Giuseppe Lagalla di American House, proveniente dal modenese e specializzato nella vendita di panini con carne di maiale e di pollo insieme a vari condimenti tra cui verdure e cipolla caramellata: «Il nostro è un prodotto sano, un prodotto buono. Ne siamo sicuri. Per questo non possiamo accettare di essere demonizzati. Lavorare per strada è sempre un sacrificio, ma noi teniamo duro e siamo qui anche per dimostrare che mangiare allo street food non è un rischio, ma un piacere per lo stomaco e per lo spirito».

Superata la fase critica delle intossicazioni da botulino riconducibili al cibo somministrato da un Food Truck a Diamante, con le indagini giudiziarie in corso per l'accertamento delle responsabilità, tutto il comparto del cibo da strada deve fare i conti con un generalizzato calo dell'affluenza dei consumatori. Siamo stati a Falerna in occasione di una delle tappe dell'international street food in corso in Calabria.

Comparto in crescita

Il comparto in Italia conta tremila imprese e fattura circa due miliardi e mezzo sulla base di un’offerta variegata e ricca di tradizioni locali. Esponenziale la crescita degli operatori, circa tremila in tutto il Paese. Articolato in un duplice circuito l’evento dell’International Street Food ha registrato uno stop precauzionale nelle tappe di Amantea, Crotone e Montauro, immediatamente successive al caso botulino di Diamante. Ora proseguirà con l’ultima tappa calabrese di Catanzaro dal 25 al 27 agosto. Poi si sposterà verso il Nord Italia, a Lignano Sabbiadoro fino alla chiusura di Milano e Merano. «Qui si cucina nel pieno rispetto del cliente – chiosa Claudio Pietrarelli che dal suo Coco Logo Truck offre in prevalenza cucina messicana –. Nutriamo il massimo rispetto per le vittime del botulino e siamo profondamente rammaricati e colpiti da questa triste vicenda. E tuttavia è necessario, per evitare una distorta informazione, mettere in evidenza come quanto accaduto non può ripercuotersi su una intera categoria di imprenditori».