Una scoperta inquietante in uno dei luoghi più misteriosi di Cosenza. Durante un’esplorazione notturna nell’ex convento Umberto I, oggi abbandonato, lo Youtuber Antonio Lavitola e il collega Alessandro Voltasio si sono imbattuti in un tumulo di ossa umane nascosto sotto il pavimento.

La scoperta di Antonio Lavitola e Alessandro Voltasio

«Noi abbiamo questa passione — spiega Antonio Lavitola — che si chiama, in termini tecnici, urbex, cioè l’esplorazione di luoghi abbandonati». Durante una di queste incursioni, i due Youtuber hanno scelto l’ex Umberto I di Cosenza, edificio che nel tempo è stato monastero e rifugio per indigenti. «Di solito — precisa Lavitola — i posti esplorati restano segreti, ma questa volta non è stato possibile per via di ciò che abbiamo trovato». Nel corso di un secondo sopralluogo, a sette mesi dal primo, i due hanno rinvenuto «uno scheletro vero e proprio», nascosto sotto il pavimento di un corridoio al piano superiore.

L’edificio e la storia del luogo

Antonio Lavitola ricostruisce anche la storia del sito: «Il convento Umberto I nasce nel 1100, quando si chiamava ancora Cattedrale di San Pancrazio, poi distrutta dal terremoto del 1184». Sulle rovine, in seguito, fu costruito il Convento dei Cappuccini, che nell’Ottocento divenne un ricovero per indigenti. «Molti cosentini lo conoscono bene — aggiunge Lavitola — perché nel 1886 nacque il ricovero di mendicità Umberto I».

L’esplorazione aveva inizialmente uno scopo diverso: «Volevamo solo dormire lì per esorcizzare le paure, ma quando siamo tornati abbiamo trovato il muro d’ingresso rotto e, salendo al piano superiore, quella buca nel pavimento con i resti umani».

L’allarme e la viralità del video

Appena tornato a casa, Antonio Lavitola ha allertato le forze dell’ordine. «Ho chiamato il 112 che mi ha passato la polizia — racconta — e loro hanno spiegato che sarebbero dovuti intervenire con i vigili del fuoco, perché l’edificio è pericolante». Il video, intanto, ha raggiunto 15mila visualizzazioni su YouTube e quasi 300mila su TikTok: «Per un canale piccolo come il mio è tanto. Ma ora temo che qualcuno possa entrare e profanare i resti». Per Lavitola, «sarebbe giusto intervenire al più presto, anche solo per una forma di rispetto verso chi è sepolto lì».