Sono trascorsi 16 anni dalla morte terrena della Serva di Dio Natuzza Evolo. Erano da poco trascorse le cinque del mattino del giorno di Ognissanti del 2009, infatti, quando l’umile donna con le stigmate di Paravati esalava l’ultimo respiro all’interno della stanzetta della Casa per Anziani “Monsignor Pasquale Colloca”. In quel momento, al suo capezzale, i cinque figli e le persone a lei più care. Oggi, in occasione del sedicesimo anniversario della sua scomparsa, migliaia di pellegrini provenienti da varie regioni italiane, ancora oggi attratti dal carisma e dal messaggio di fede cristiana elargito a piene mani da Mamma Natuzza, nell’arco dei suoi 85 anni di vita. Gente di ogni dove e di qualsiasi strato sociale, giunta nella grande spianata della Villa della Gioia di Paravati fin dalle prime luci dell’alba, con il solo intento di sostare in preghiera nei luoghi in cui visse e morì la Serva di Dio. Dopo la copiosa pioggia di ieri, nel giorno di Ognissanti del 2025 ad accogliere i fedeli ci ha pensato una giornata caratterizzata dall’alternarsi di nuvole e sole. I 16 anni dalla morte della mistica con le stigmate calabrese sono stati commemorati con una messa di suffragio celebrata alle 11 nel santuario dedicato al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, vero e proprio cuore pulsante della Villa della Gioia. A presiedere la sacra funzione, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro. «Tutti noi siamo chiamati alla santità ha detto il vescovo nella sua omelia -. Ricordiamo Natuzza come ‘Mamma’, perché ogni santo e ogni santa è in sé padre e madre. La Chiesa, con la sua attestazione, non fa che riconoscere l’amore genuino che i santi hanno per noi, un amore che crea vita nuova»

Al termine della celebrazione eucaristica la cappella in cui riposa Mamma Natuzza è stata riaperta ai pellegrini. Molti di essi si sono già dati appuntamento al prossimo 9 novembre, giorno in cui verrà commemorato l’anniversario dell’arrivo a Paravati dell’effigie della Vergine Maria nelle sembianze di una giovinetta, così come appariva in vita all’umile donna calabrese, avvenuto nel 1993. E anche in quel caso nella frazione di Mileto sono attesi in tanti, soprattutto fra gli appartenenti ai cenacoli mariani sorti in tutto il mondo su ispirazione della Serva di Dio.