Il linguaggio innovativo scelto da monsignor Alberto Torriani per augurare buone feste ai fedeli della sua Diocesi. L’invito a schierarsi dalla parte della pace nelle comunità
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Don Alberto Torriani è il nuovo vescovo di Crotone-Santa Severina
Un cartone animato dedicato ai più piccoli per narrare la Natività, una poesia che esorta a bruciare i calzari del guerriero per preferire la coperta del pastore e una lettera pastorale dal titolo inequivocabile, "Diventare posizione", da leggere alla fine della messa di Natale: sono questi i tre inediti linguaggi scelti da monsignor Alberto Torriani, vescovo di Crotone-Santa Severina, per i messaggi di auguri del Natale 2025 alla Diocesi.
Il presule ha deciso di sfidare la retorica della neutralità ponendo, attraverso i versi di una sua composizione poetica, un interrogativo stringente: "E tu questa notte da che parte ti poni? Dalla parte della marcia che schiaccia o del passo che cerca? Dalla parte del mantello che insanguina o della coperta che protegge?".
La narrazione si fa immagine per i bambini, destinatari di una favola trasformata in breve cartone animato dove i pastori, figure chiave che rendono omaggio a Gesù, diventano il comun denominatore di tutti i messaggi episcopali nel loro compiere la scelta giusta, mentre l'attenzione pastorale non dimentica le fragilità, con un pensiero specifico rivolto agli anziani, ai malati e al personale sanitario che, pur tra risorse limitate e strutture talvolta inadeguate, garantisce assistenza quotidiana.
Il vertice della riflessione è tuttavia affidato al testo "Diventare posizione", destinato alla lettura in tutte le parrocchie in cui il vescovo, riprendendo la profezia di Isaia e facendo proprie le parole di Papa Leone, ammonisce che la pace "non è una calma senza problemi ma un fuoco che richiede assunzione di responsabilità e impone di non limitarsi a desiderare un mondo migliore ma di esporsi in prima persona".
L'invito di monsignor Torriani è a superare l'emozione momentanea per una prassi quotidiana che parta dalle mura domestiche, "spegnendo le parole ostili e scegliendo la via del perdono", per allargarsi alla comunità "rifiutando i pettegolezzi e ricordando chi vive il dramma della guerra e dello scarto sociale". In questo Natale che "invita a dismettere la calzatura che rimbomba per il passo umile di chi si mette in cammino", l'Arcivescovo invoca lo Spirito Santo affinché "bruci le abitudini di aggressività e durezza".

