Il senatore reggino Nicola Irto è stato riconfermato segretario regionale del Partito democratico. La proclamazione si è svolta in apertura di una affollata assemblea del partito che simbolicamente si è svolta a Lamezia Terme dove il Pd, con la candidata sindaco Doris Lo Moro, è impegnato nel ballottaggio contro il centrodestra guidato da Mario Murone.
Maria Locanto,
vicesindaca di Cosenza, ed espressione dell'area Schlein, è stata eletta presidente dell'assemblea regionale del partito e prende il posto della catanzarese Giusy Iemma. «Oggi sanciamo un ulteriore passo in avanti nel percorso di costruzione dell’alternativa in Calabria e in Italia», ha detto il segretario, aprendo i lavori assembleari.

All’assemblea erano presenti anche i segretari regionali del M5s, Anna Laura Orrico, di Sinistra Italiana, Fernando Pignataro, del Psi, Luigi Incarnato. E poi Filomena Greco di Italia Viva e Francesco De Nisi di Azione. In prima fila anche la candidata sindaco del centrosinistra a Lamezia, Doris Lo Moro.

Diversi i temi affrontati da Irto nel suo intervento dopo la proclamazione, avvenuta alla fine di un congresso regionale unitario del Pd che non è stato scevro di polemiche in relazione proprio al mancato dibattito interno che avrebbe caratterizzato la fase intrapresa dal Pd. Sulla questione Irto ha tagliato corto assicurando che le varie anime del partito saranno rappresentate all'interno della direzione regionale. «Avevo auspicato che ci fosse qualche altro candidato, così non è stato. Comunque – aggiunge Irto – chi ha espresso anche proposte, critiche, discussioni sarà considerato, li porteremo in direzione regionale, quindi il Pd è un partito aperto che non si chiude tra chi semplicemente dice sì, ma si apre anche a chi vuole dare un punto di vista diverso. E questo oggi lo ufficializzeremo con l’ingresso in direzione anche di chi aveva espresso critiche e dubbi rispetto al congresso con un solo candidato. Quindi massima apertura».

«Le ultime elezioni comunali – ha sostenuto ancora Irto – ci raccontano due dati incontrovertibili in Calabria: il primo è che uniti si vince e il secondo è che la destra ha perso. È un dato oggettivo: la destra sostanzialmente perde in tutti i comuni, noi dove siamo andati uniti abbiamo vinto, purtroppo in alcuni comuni non c’è stata unità ma questo comunque ha provocato la “non vittoria” del centrodestra». «Da questo dato di fatto bisogna ripartire, considerando che c’è ancora Lamezia Terme. Sono molto contento che il Pd per la prima volta sia stato il primo partito in città, staccando di molto quelli della destra. Per noi il ballottaggio è una battaglia centrale e la vittoria di Doris Lo Moro rappresenterebbe il corollario degli altri grandi comuni in Calabria che sono governati dal centrosinistra. Insomma, battere la destra si può». «Battere la destra – ha spiegato ancora Irto – si può in Calabria e in Italia. Anche il dato delle Comunali in giro per l’Italia, penso a Genova e Ravenna, ci dimostrano che la destra si può battere, che l’alternativa c’è, si può creare e si può davvero in maniera forte proporre ai calabresi».

Spazio poi al referendum e alla mobilitazione per la Palestina. «Oggi – ha rimarcato Irto – lanciamo tre grandi questioni. La prima è il tema del ballottaggio di Lamezia Terme: per noi è centrale la vittoria. Lamezia bisogna liberarla e bisogna liberarla con Doris Lo Moro. La nostra è una battaglia in maniera netta e chiara. La seconda battaglia è quella del “Sì” ai referendum perché serve un lavoro giusto, serve un lavoro sicuro, meno precario. La terza grande mobilitazione che noi oggi lanceremo è quella della manifestazione del 7 giugno a Roma, per dire basta con la distruzione di Gaza: ci sarà un contributo del Pd nella Calabria con una partecipazione importante e straordinaria perché è inaccettabile il silenzio del governo Meloni rispetto a quanto sta avvenendo a Gaza».