Il ministro app
roda a Villa San Giovanni dopo l’ok del Cipess e l’iniziativa di ieri a Messina: «A settembre apriranno le scuole di formazione». E sul rischio di infiltrazioni mafiose dice: «Vigileremo su tutto»Tutti gli articoli di Attualità
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Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è tornato in Calabria per annunciare l’approvazione definitiva del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Una tappa che, dopo quasi tre anni di lavoro, segna – secondo le sue parole – un punto di svolta per il Sud: «È un segnale di speranza per tanti giovani calabresi e siciliani costretti a emigrare. Da oggi possono immaginare un futuro qui».
Il progetto prevede un investimento da 13 miliardi e mezzo di euro, con il coinvolgimento di migliaia di lavoratori e imprese: ingegneri, geometri, manovali, ristoratori, falegnami. «Verranno da tutto il mondo – ha detto il ministro – ma prima di tutto vogliamo formare e coinvolgere i giovani del posto. Le scuole di formazione apriranno già da settembre».
Nel suo discorso, Salvini ha fatto anche un chiaro riferimento alle ambizioni elettorali della Lega nel territorio calabrese: «Alle prossime Regionali mi accontenterò di una cosa sola: essere il primo partito della Calabria». Un’affermazione che conferma l’interesse diretto del leader del Carroccio per la partita politica regionale e il radicamento della Lega al Sud.
«Non ci arrendiamo alla ‘ndrangheta»
Un passaggio chiave dell’intervento ha riguardato il rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri. «Chi dice “non fate il ponte perché c’è la ‘ndrangheta” – ha affermato Salvini – fa un torto alla Calabria, alla Sicilia e allo Stato. Lo Stato ci sarà. Avremo la massima vigilanza su tutto: lavori, subappalti, mense, rifiuti, trasporti. Nessun euro finirà nelle mani sbagliate».
Il ministro ha ricordato il lavoro svolto da prefetture, procure, Direzione nazionale antimafia, Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri. «È chiaro che un’opera di questa portata attira attenzioni criminali, ma la rassegnazione non è un’opzione. La ‘ndrangheta è un cancro globale, ma non può bloccare lo sviluppo».
Tempi, viabilità e sviluppo territoriale
Salvini ha precisato che il ponte avrà senso solo se accompagnato da opere complementari: alta velocità ferroviaria, strade, scuole, ospedali. «Siamo al lavoro anche sull’emergenza idrica. Il ponte non toglierà risorse ad altri settori, anzi sarà uno stimolo ad accelerare. Serve un sistema integrato che colleghi tutto il territorio. Solo così l’opera sarà davvero utile».
Tra i benefici citati: tempi di percorrenza ridotti (due ore in meno in treno, almeno un’ora in macchina), meno traffico e inquinamento, soprattutto rispetto al trasporto attuale via traghetto. Il progetto prevede anche la cosiddetta “metropolitana dello Stretto”, con attraversamenti frequenti e a costi ridotti.
Il rischio incompiuta? «Questa volta no»
Interpellato dai giornalisti sul timore che l’opera possa restare incompiuta – come accaduto per l’intubata di Cannitello nel 2011 – Salvini ha assicurato: «Il rischio non c’è. Allora arrivò un governo tecnico che bloccò tutto. Oggi abbiamo un governo stabile e coeso, e almeno due anni pieni davanti. Se ci ripresenteremo alle elezioni, puntiamo ad altri cinque. Nessuno ha intenzione di lasciare buchi aperti».
Infine, un accenno anche al clamore mediatico: «Dal New York Times alla Cina, oggi il mondo parla di Reggio, Messina e dell’ingegneria italiana. Questo ponte è anche una vetrina per i nostri giovani professionisti».
«Siamo arrivati a un livello mai raggiunto prima: progetto approvato, finanziamenti coperti, lavori pronti a partire. Ora la palla passa agli ingegneri e alle imprese. Io tornerò a Milano e poi a Roma – ha concluso Salvini – con il cuore gonfio per l’affetto dei calabresi e siciliani. Buon lavoro e viva il Ponte. Evviva l’Italia».