Il sottosegretario alle Politiche per il Sud nei giorni scorsi ospite a Catanzaro insieme a Wanda Ferro, Roberto Occhiuto e Orazio Schillaci, traccia un bilancio positivo dell’azione di governo e annuncia nuovi investimenti per lavoro, infrastrutture e sanità
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Un Mezzogiorno che torna protagonista della crescita nazionale, grazie a una strategia di sviluppo fondata su infrastrutture, innovazione, occupazione e coesione sociale. È questa la visione illustrata dal sottosegretario Luigi Sbarra in un’intervista a LaC News24. Dalla Zes Unica agli investimenti del Pnrr, fino al rilancio della sanità calabrese, Sbarra delinea il percorso del governo Meloni per un Sud sempre più competitivo e centrale nel Mediterraneo.
Sottosegretario Luigi Sbarra, la sua recente presenza a Catanzaro insieme a Wanda Ferro, Roberto Occhiuto e Orazio Schillaci testimonia un’attenzione particolare per il Mezzogiorno. Qual è stato l’obiettivo concreto dell’incontro e che messaggio vuole lanciare alla Calabria?
«È stato un importante momento di confronto e di condivisione sul buon lavoro portato avanti, in questi tre anni, dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e da tutto il Governo. Sono state costruite le basi per un Mezzogiorno più produttivo e competitivo. Se oggi abbiamo un Sud protagonista di una ripresa concreta lo dobbiamo alle politiche e agli investimenti messi in campo da questo Esecutivo. Nel ruolo di Sottosegretario con delega alle politiche per il Sud, sto mettendo - e continuerò a farlo - tutta la mia energia, tutto il mio bagaglio umano e professionale, al servizio della Calabria, terra in cui ci sono le mie radici personali, sindacali e politiche, e di tutto il Sud. La priorità è di continuare a sostenere e rafforzare i buoni risultati ad oggi raggiunti nel Mezzogiorno».
Il tema del divario Nord-Sud resta centrale nel dibattito politico. Quali strumenti e priorità intende mettere in campo il governo per garantire una crescita equilibrata e una maggiore coesione territoriale?
«In Legge di Bilancio 2026 è stata rifinanziata con 2,3 miliardi, cifra più alta dalla sua costituzione, la ZES Unica per il Mezzogiorno, con una programmazione fino al 2028. Si confermano, inoltre, gli incentivi alle assunzioni di giovani, donne e lavoratori svantaggiati nelle Regioni del Sud.
Sono previste ulteriori misure a sostegno delle imprese e per la competitività, attraverso il rifinanziamento della Nuova Sabatini, i fondi per la Nuova Transizione 5.0, i Contratti di sviluppo e sostegni al settore del turismo. Si tagliano le tasse al ceto medio, si rafforza lo stanziamento sulla Sanità, si detassano gli aumenti dei rinnovi contrattuali per aumentare il netto in busta paga, si destinano risorse e aiuti alle famiglie e alla natalità , si migliora la defiscalizzazione con risorse dedicate alla contrattazione di secondo livello ( premi di risultato, welfare contrattuale , lavoro festivo, notturno)».
La Zes Unica per il Mezzogiorno quali opportunità reali potrà offrire alle imprese calabresi e quali misure il governo intende adottare per far sì che non resti solo una riforma sulla carta?
«La Zes Unica già oggi mette a disposizione due strumenti fondamentali per rafforzare la competitività delle imprese meridionali e non solo: lo sportello unico autorizzativo per semplificare le procedure amministrative e il credito d’imposta per gli investimenti. A fine ottobre 2025 le autorizzazioni rilasciate sono state oltre 850. Con la Legge di Bilancio è stato previsto uno stanziamento importante per agevolare l’attrazione degli investimenti con l’obiettivo di sostenere processi di crescita economica del tessuto imprenditoriale, produttivo, occupazionale ed è stata spostata di quasi 2 mesi, da novembre a gennaio, la finestra temporale per effettuare
le comunicazioni integrative da parte delle imprese per gli avvenuti investimenti. Con tale strumento, il Governo ha dato il via ad una strategia unitaria e di ampio respiro, pur tenendo conto delle diversità territoriali».
Molti Comuni del Sud faticano a spendere le risorse del Pnrr per mancanza di personale e competenze tecniche. Cosa sta facendo il governo per evitare che questi fondi vadano perduti o restino inutilizzati?
«Il Pnrr è uno dei principali strumenti messi in campo per sostenere la crescita e la modernizzazione del Paese: innovazione, infrastrutture, istruzione e coesione rappresentano alcune delle leve strategiche su cui si fonda il piano. La sua efficacia per il Mezzogiorno è dimostrata da un risultato significativo: ad oggi è stato superato l’obiettivo di destinare almeno il 40% delle risorse alle regioni meridionali, a conferma del ruolo centrale che il Sud riveste nell’attuazione del piano. Il Governo sta lavorando con determinazione per garantire che nessuna risorsa venga dispersa o resti inutilizzata. Abbiamo messo in campo una strategia di gestione e monitoraggio più efficace, che unisce programmazione, semplificazione e responsabilità. Ai Comuni sono stati programmati interventi e risorse umane per sostenere la programmazione e piani per la rigenerazione amministrativa».
La Calabria vive una fase delicata anche sul fronte occupazionale e infrastrutturale. Ci sono interventi specifici in programma per rilanciare lavoro, mobilità e sviluppo produttivo nella regione?
«Sul piano occupazionale, il Mezzogiorno sta attraversando una fase positiva. Per consolidare questa tendenza, il Governo ha introdotto diverse misure, tra cui gli incentivi alle assunzioni per giovani e donne nelle regioni del Sud; il programma “Resto al Sud 2.0”, pensato per sostenere nuove iniziative imprenditoriali; la decontribuzione per gli under 35, che incentiva le assunzioni dei giovani, il rafforzamento della politica industriale, e che guarda alle grandi filiere e ai poli strategici.
Sul fronte infrastrutturale, tra le opere in particolare che vedono la Calabria protagonista c’è: l’Alta Velocità Salerno–Reggio Calabria, 3,8 miliardi per la ex SS 106 ionica , circa 2 miliardi per l’ammodernamento dell’autostrada , 800 milioni per la trasversale delle Serre, il Ponte sullo Stretto, la valorizzazione e il potenziamento della logistica portuale e retroportuale».
Con la presenza del ministro della Salute Orazio Schillaci, si sono accesi i riflettori sulla sanità calabrese, che resta una delle criticità più gravi. Quali sono le misure in campo per migliorare servizi, personale e strutture sanitarie nel Sud e in Calabria in particolare?
«La sanità rappresenta una delle sfide più rilevanti che la Calabria deve affrontare in questa fase. Si sta lavorando a tutti i livelli per arrivare alla dichiarazione di uscita dal commissariamento e restituire alla Regione la piena autonomia gestionale. Inoltre il piano di rientro dal debito sanitario sarà definito con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, come già dichiarato dal Ministro Schillaci. È evidente che questa terra abbia intrapreso un cammino virtuoso, un cambio di direzione, che continueremo a sostenere. La Legge di Stabilità alza lo stanziamento del Fondo Sanitario Nazionale 7,5 miliardi portando l’aumento negli ultimi tre anni a 17 miliardi di euro. Occorre sostenere e portare avanti l’opera già avviata dal Presidente Occhiuto per una riorganizzazione strutturale della rete ospedaliera, la costruzione dei nuovi Ospedali, un potente investimento sulla medicina territoriale, assunzioni di medici e infermieri, la riduzione delle liste di attesa, così da garantire ai cittadini un accesso equo e di qualità alle cure».
Guardando al futuro, qual è la sua visione per il Mezzogiorno da qui ai prossimi cinque anni? Che Sud immagina e quale ruolo può avere la Calabria in questo percorso di rilancio nazionale?
«Io sono convinto che nei prossimi cinque anni emergerà un solido protagonismo del Sud Italia. Oggi il Mezzogiorno si sta dimostrando il vero motore dell’economia nazionale, occorre continuare ad investire su sviluppo sostenibile, innovazione, competenze , giovani e coesione sociale .Vedo un Sud, in forza della visione unitaria e coordinata del Governo Meloni, in grado di diventare elemento propulsivo della crescita del Paese, anche grazie al suo sviluppo economico e logistico. In questo contesto, la Calabria è parte integrante di questa rinascita. Baricentro delle nuove grandi opere infrastrutturali, il Sud - Calabria compresa - può diventare un grande hub energetico, industriale, commerciale e culturale Euro-Mediterraneo capace di moltiplicare gli investimenti ed i processi di crescita economica e occupazionale. In questo scenario si inserisce anche il Piano Mattei, voluto da Giorgia Meloni, che consente al Sud di rafforzare la propria centralità nel mediterraneo globale, valorizzare le risorse locali e creare nuove opportunità per imprese e cittadini. Il Sud cresce non solo nella dimensione economica e occupazionale ma anche nelle attività culturali e sportive con una nuova immagine positiva. Penso a Matera che il
prossimo anno sarà capitale del dialogo e della cultura Mediterranea, Taranto sede dei giochi del Mediterraneo e nel 2027 Napoli che ospiterà l’America’s Cup . Eventi internazionali di assoluto valore che rilanciano e rafforzano il protagonismo del Mezzogiorno nel mondo».



