All’Asp di Cosenza i dati Covid si caricano a mano: si paga la mancata digitalizzazione

INTERVISTA | Gli operatori costretti ad un duro e complesso lavoro di aggiornamento  statistico. E così i numeri del contagio comunicati alla Protezione Civile non sempre equivalgono a quelli trasmessi all'Istituto Superiore di Sanità

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di Salvatore Bruno
5 dicembre 2020
08:03
L’ingresso della sede Asp di Cosenza
L’ingresso della sede Asp di Cosenza

Se l’indice di trasmissibilità del Covid in Calabria, viene ritenuto dall’Istituto Superiore di Sanità non valutabile, condannando la regione a rimanere tra quelle a rischio nonostante la bassa incidenza dei contagi, lo si deve anche ad un arretrato sistema di trattamento delle statistiche, non adeguatamente supportato da una rete informatica degna del terzo millennio.

Referti caricati a mano

Emblematico il caso dell’Asp di Cosenza dove i dati relativi ai referti dei tamponi provenienti dalla virologia dell’Annunziata e dal laboratorio di Rossano, vengono caricati a mano su un file, con dispendio di risorse ed energie. E di tempo. Per cui non sempre, soprattutto in presenza di un alto numero di campioni processati, gli uffici riescono a completare l’inserimento delle statistiche nella piattaforma digitale da cui settimanalmente, l’Istituto Superiore di Sanità estrae i valori per elaborare l’indice rt e stabilire in quale zona, rossa, arancione o gialla, debba essere ricompresa la Calabria.


Il duplice flusso dei dati

Negli uffici di Via Alimena dunque, ogni giorno arriva una pila di scartoffie da spulciare. In primis si procede a separare i nuovi positivi da quelli già noti. Poi i dati vengono materialmente inseriti sul computer, per aggiornare un duplice flusso di dati: «Uno gestito dalla Protezione Civile fornisce quotidianamente il numero dei casi, dei decessi e dei guariti – spiega Amalia De Luca, dirigente della Unità di epidemiologia dell’Asp – L’altro invece è relativo alla piattaforma Covid 19 dell’Istituto Superiore di Sanità dove invece sono riportati i dati analitici per ogni caso».

 

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Doppia velocità

In questa piattaforma vanno quindi indicati i dati anagrafici dei soggetti positivi ma pure le notizie relative a patologie pregresse, sintomi, all'eventuale terapia somministrata, fino alla tipologia del ricovero ospedaliero. Informazioni di natura ed origine differente. E in mancanza di una rete digitale, tocca alla unità di epidemiologia metterle insieme. Ed occorre più tempo. Per questo, con il vertiginoso aumento dei casi di coronavirus sul territorio, le cifre comunicate alla Protezione Civile non sempre corrispondono a quelle comunicate all’Iss, poiché seguono due velocità diverse.

L’equivoco dei numeri ballerini

C’è poi l’equivoco dei numeri ballerini, ovvero della mancata corrispondenza tra gli esiti positivi registrati dai laboratori e quelli inseriti nel bollettino quotidiano. Questa discrasia ha gettato ombre sull’affidabilità dei dati diffusi ogni giorno dall’Asp, alimentando teorie più o meno fantasiose di complotti e manipolazione delle cifre. Eppure la spiegazione è semplice: nel bollettino vengono inseriti solo i nuovi positivi sottolineando che ogni soggetto può essere sottoposto a più tamponi.

I test antigenici non valgono

Naturalmente le statistiche non tengono in considerazione gli esiti dei test antigenici, il cui risultato deve essere sempre confermato dal tampone molecolare.

Giornalista
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