Per i pm, nella città lombarda Milano c'è un «contesto mafioso» simile a quello calabrese, «né più né meno della Calabria». Nell’inchiesta coinvolte 146 persone
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La Dda di Milano ha chiesto 75 condanne, tra cui 20 anni per Filippo Crea e per Giuseppe Fidanzati, per un totale di circa 570 anni di reclusione, nel maxi processo con rito abbreviato per 78 imputati (tre richieste di assoluzione) con al centro una presunta "alleanza" tra affiliati di Cosa Nostra, 'ndrangheta e camorra in Lombardia per fare "affari", ossia sul cosiddetto "sistema mafioso lombardo".
Le richieste sono state formulate nel pomeriggio dal procuratore Marcello Viola e dai pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane al termine di due lunghe udienze di requisitoria nell'aula bunker a porte chiuse. A Milano c'è un "contesto mafioso" simile a quello calabrese, "né più né meno della Calabria", avevano detto i pm all'inizio dei loro interventi due giorni fa, davanti al gup Emanuele Mancini.
Oltre alle richieste di 20 anni di reclusione per Filippo Crea, uno dei vertici della "super mafia" per conto della 'ndrangheta, e per Giuseppe Fidanzati, figlio del boss di Cosa Nostra Gaetano Fidanzati, i pm della Dda milanese hanno chiesto la stessa pena anche per Massimo Rosi, pure lui presunto esponente di vertice dei clan calabresi. Chiesti, poi, rispettivamente 18, 16 e 14 anni per Bernardo Pace, Michele Pace e Domenico Pace. I Pace avrebbero fatto parte del mandamento della provincia di Trapani, con al vertice Paolo Aurelio Errante Parrino, parente di Matteo Messina Denaro. Parrino, invece, è in udienza preliminare. Richiesta di 16 anni per Giovanni Abilone, anche lui uno degli esponenti mafiosi collegati al mandamento di Castelvetrano di Messina Denaro. Per William Alfonso Cerbo, il nuovo pentito della maxi inchiesta che ha già riempito sei verbali, la Dda ha chiesto, invece, una condanna a 5 anni con l'attenuante della collaborazione. Per Saverio Pintaudi, anche lui pentito nel corso del procedimento, sono stati chiesti 4 anni, sempre con l'attenuante specifica.
Il maxi procedimento 'Hydra', scaturito dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, è a carico in totale di 146 persone, ma le altre posizioni sono in udienza preliminare (rito ordinario), poco meno di una sessantina, e altre ancora puntano ai patteggiamenti. Al procuratore Marcello Viola e alla pm Cerreti, tra l'altro, nei mesi scorsi era anche stata rafforzata la scorta per minacce ricevute legate a queste indagini. Indagini passate pure per una decisione del gip che bocciò gran parte degli arresti, poi però confermati da Riesame e Cassazione. Altre udienze del procedimento sono state già fissate per il 17 e il 28 novembre.



