La denuncia

«Anche 12 detenuti nella stessa cella», caos e proteste nel carcere di Vibo dopo il blitz di Cosenza

Il garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva è intervenuto sulla vicenda perché il suo omonimo calabrese non è stato ancora eletto (unica regione in Italia): «Non si possono ordinare 200 arresti in una notte senza prima accertarsi che ci sia posto»

di Redazione
2 settembre 2022
15:16
Il carcere di Vibo Valentia
Il carcere di Vibo Valentia

Nella giornata di ieri, il Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale, Samuele Ciambriello, è stato allertato da diversi familiari di detenuti campani, attualmente ristretti nella Casa circondariale di Vibo Valentia, per sovraffollamento della struttura penitenziaria. I loro parenti ristretti hanno lamentato di trovarsi, da ieri mattina, in celle con dieci e dodici compagni, a seguito dell’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, scattata alle prime luci dell’alba di ieri nella provincia di Cosenza.

Così il Garante campano Ciambriello: «Sono preoccupato per quello che sta succedendo nel carcere di Vibo Valentia. Comprendo, in parte, i motivi e le pulsioni che spingono un giudice a firmare un’ordinanza di misura cautelare in carcere per 200 persone, ma mi chiedo come sia possibile che, prima di eseguire questi blitz, non si verifichino le disponibilità negli istituti penitenziari. È impensabile che vengano prelevati di notte dalle loro case e poi ‘scaricati’ in carceri non adeguati ad accoglierli. Mi sto occupando di questa vicenda perché in Calabria sono tanti i detenuti di origine campana e anche perché è l’unica regione d’Italia che ancora non ha eletto il Garante dei detenuti. C’è un punto all’ordine del giorno del Consiglio regionale che viene puntualmente rinviato. Sono detenuti doppiamente dimenticati. Per quanto tempo ancora dovranno vivere questa ‘doppia reclusione’? Mi auguro che, non solo al più presto vengano adottate misure che ristabiliscano serenità nel carcere di Vibo Valentia, ma soprattutto che la Regione si decida a garantire ai ‘diversamente liberi’ un organo di garanzia, che si occupi delle loro problematiche quotidiane».


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