Ancora violenza nel carcere di Vibo Valentia, dove nel pomeriggio di ieri un appartenente al Corpo di Polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto all’interno di una sezione detentiva. L’agente, un sovrintendente, è stato colpito con violenza e ha riportato la frattura del setto nasale. Dopo le prime cure in pronto soccorso, i medici hanno disposto ulteriori accertamenti e un probabile intervento chirurgico.

A darne notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), attraverso il segretario provinciale Gianpiero Greco, che parla di «ennesimo episodio di inaudita violenza» in un contesto operativo ormai divenuto insostenibile. Il Sappe, che nei giorni scorsi aveva già segnalato al Prefetto di Vibo Valentia la gravissima situazione interna all’istituto, chiede ora misure urgenti per garantire sicurezza e tutela al personale in servizio.

«Il personale – sottolineano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto, e Francesco Ciccone, segretario regionale – opera in condizioni di pericolo costante e in un clima di esasperazione crescente. È necessario un incremento immediato dell’organico e l’attuazione delle nuove disposizioni ministeriali che prevedono la presenza anche degli educatori nelle sezioni detentive, per favorire un approccio più integrato e ridurre le tensioni».

L’episodio di ieri si inserisce in una serie di aggressioni che da mesi si stanno verificando nel penitenziario vibonese. Solo per citarne alcuni tra i più gravi e recenti, ad agosto si sono registrate scene di guerriglia con cinque agenti aggrediti con lamette e olio bollente, mentre qualche giorno prima otto agenti penitenziari erano rimasti intossicati dai fumi di un incendio appiccato da un detenuto. A settembre, poi, un ispettore era rimasto contuso dopo essere stato colpito da un detenuto con problemi psichiatrici. L’episodio più recente, di appena qualche giorno fa, ha visto gli agenti sventare un’aggressione con un rudimentale “lanciafiamme artigianale” costruito con un fornello a gas.

Una sequenza di episodi che conferma, secondo il sindacato, la «situazione esplosiva» all’interno della casa circondariale di Vibo, dove la carenza di personale e l’aumento dei casi di violenza rendono sempre più difficile garantire la sicurezza di chi lavora in prima linea.