Maestrale-Carthago

Arresti nel Vibonese, Gratteri: «Chindamo uccisa e i suoi resti dati in pasto ai maiali, ferocia e malvagità anche sul corpo»

VIDEO | Con l'operazione odierna luce anche sull'efferato delitto dell'imprenditrice di Laureana. Il procuratore: «Uccisa due giorni dopo aver postato la foto con il nuovo compagno»

di Redazione
7 settembre 2023
11:35

«Oggi si è concluso un lavoro molto importante che ha riguardato la provincia di Vibo Valentia, riteniamo che qui ci sia una 'ndrangheta di Serie A, pervasiva che controlla tutto. Il lavoro di oggi ha portato all'arresto di 81 presunti innocenti. Un dato che ci ha impressionato è l'imposizione del prezzo del pane, nessuno poteva abbassare il prezzo sotto i 2,50. Controllavano il battito cardiaco di un intero territorio, qualsiasi attività economica veniva controllata dalla 'ndrangheta». Così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha illustrato i dettagli della conferenza stampa dell'operazione che ha portato a 81 arresti. 

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Luce anche sull'omicidio di Maria Chindamo avvenuto nel 2016: «È stata uccisa esattamente un anno dopo il suicidio del marito, quando si è permessa di postare le foto con il suo nuovo compagno - ha detto Gratteri .- Dopo due giorni è stata uccisa in un modo inumano, tragico. Uccisa e data in pasto ai maiali, i resti macinati con un trattore cingolato per far sparire ogni traccia. Oltre alla ferocia dell'omicidio anche la malvagità e la cattiveria sul corpo». 


Il procuratore ha sottolineato anche «l'interesse economico legato ai terreni della donna, bruciava l'idea che i terreni fossero gestiti da una donna che addirittura si sarebbe permessa di rifarsi una vita». «C’è un duplice aspetto da tenere in considerazione su questa morte – ha aggiunto Gratteri -. Da una parte non gli è stata perdonata questa libertà, la gestione dei terreni che aveva avuto in eredità e questo nuovo amore; dall’altra gli interessi, gli appetiti di una famiglia di 'ndrangheta su quel terreno. Tutto questo ha condotto all'omicidio».

Le indagini sull'omicidio Chindamo

In particolare nell'ambito dell'indagine, con il supporto del Reparto crimini violenti del Ros e grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, è stato possibile far luce sull’omicidio di Maria Chindamo, uccisa a Limbadi il 6 maggio 2016. Vengono contestati a un indagato - Salvatore Ascone, di Limbadi - una serie di delitti tra i quali la partecipazione all’associazione mafiosa riconducibile alla cosca Mancuso, reati in materia di armi e stupefacenti, diverse estorsioni per l’accaparramento di fondi agricoli, nonché l’omicidio, in concorso con altri due soggetti (di cui uno deceduto e uno all’epoca dei fatti minorenne) di Maria Chindamo, commesso a seguito del suicidio del marito Vincenzo Puntoriero (avvenuto l'anno precedente, l'8 maggio 2015) e per punire la donna per la recente relazione sentimentale dalla stessa istaurata, venuta alla luce con la prima uscita pubblica della coppia appena due giorni prima dell'omicidio, oltre che per l’interesse all’accaparramento del terreno su cui insiste l’azienda agricola divenuta nel frattempo di proprietà esclusiva della Chindamo e dei figli minori.

Ascone - già tratto in arresto nel mese di maggio per il reato di associazione di stampo mafioso - è stato attinto dall’ordinanza eseguita in data odierna perché accusato di avere dato un contributo causale significativo alla consumazione del fatto omicidiario, attraverso la manomissione del sistema di videosorveglianza della propria abitazione di campagna limitrofa al luogo del delitto, di fatto agevolando gli autori materiali del sequestro e dell’omicidio della donna, nonché per avere distrutto il cadavere della donna, il cui corpo, sulla scorta della ricostruzione fornita dai collaboratori di giustizia, sarebbe stato dato in pasto ai maiali e i cui resti ossei sarebbero stati triturati con la fresa di un trattore.

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