Asp Catanzaro, bando per nuove assunzioni al 118: i sanitari ricorrono al Tar

VIDEO | I professionisti del servizio d’emergenza continuano la loro battaglia contro l’azienda dopo il decurtamento dei loro stipendi e denunciano le presunte illegittimità contenute nel provvedimento

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di Tiziana Bagnato
17 marzo 2021
15:39

L’ultimo passo della bagarre tra i medici convenzionati del 118 dell’Asp di Catanzaro e la triade commissariale che la guida è legato alla delibera numero 22 del 12 gennaio scorso con la quale è stato emanato un avviso pubblico per la ricerca di dirigenti medici da assumere a tempo determinato nel Seu, il Sistema di emergenza urgenza.

Tra i requisiti per l’ammissione specializzazioni che molti dei convenzionati che da anni si danno anima e corpo all’urgenza non hanno perché prima non richiesti. Altro nodo il fatto che nella delibera si parli di possibili stabilizzazioni, facendo drizzare le orecchie a chi, i convenzionati appunto, quella stabilizzazione la aspetta da anni trovando di fronte un iter bloccato.


Ecco perché i medici sono ricorsi al Tar della Calabria chiedendo la sospensione del provvedimento. «A tutt’oggi - si legge nel documento - i ricorrenti mantengono lo status di medici incaricati, e non sono dunque inquadrati nel ruolo della dirigenza medica, nonostante sia trascorso circa un decennio dalla trasformazione dell’incarico a tempo indeterminato, e nonostante ricorra certamente la condizione prevista dalla legge nazionale (impiego in “aree di attività della emergenza territoriale e della medicina dei servizi, che, al fine del miglioramento dei servizi, richiedono l'instaurarsi di un rapporto d’impiego”) e da quella regionale (“a condizione che gli stessi abbiano maturato almeno cinque anni di attività nell'area dell'emergenza”)».

Il ruolo della Regione

«La Regione Calabria – è scritto ancora - non ha infatti più provveduto all’inquadramento nel ruolo sanitario della dirigenza medica dei medici incaricati a tempo indeterminato nell'emergenza sanitaria che nel frattempo avevano maturato una rilevante anzianità di servizio, nonostante le esigenze strutturali di copertura di un servizio così essenziale, come reso drammaticamente evidente dall’emergenza pandemica».

Nel ricorso si procede, quindi, non solo contro l’Asp ma anche contro la Regione Calabria «per l’annullamento, previa adozione delle misure cautelari più idonee, prima fra tutte la sospensione dell’efficacia» della delibera. Tra i venti ricorrenti anche Saverio Ferrari, una vita spesa sulle ambulanze e ora da mesi in prima linea per denunciare le “vessazioni” che lui e i suoi colleghi starebbero subendo: «La commissione straordinaria vorrebbe con questa delibera conferire incarichi a tempo determinato a dirigenti medici, mentre la legge regionale prevede che i medici convenzionati che abbiano almeno cinque anni di convenzione debbano passare alle dipendenze premio concorso. Rischiamo, insomma, di rimanere fuori dalla dirigenza medica».

«È una guerra»

«È una guerra quella che si sta instaurando con l'azienda. Secondo il ragionamento che la commissione straordinario ha applicato a noi deve essere decurtato lo stipendio mentre per gli altri si trovano i soldi, come nel caso dei giovani colleghi ai quali è stato applicato il contratto dinamico. Ora - incalza Ferrari - si vuole assumere anche se a tempo determinato dei colleghi come dirigenti medici, mentre per noi non c'è nulla. Noi non lo permetteremo e per questo ci rivolgeremo sempre alla giustizia per avere ragione».

La vicenda che Ferrari richiama parte dalla sospensione delle indennità. I medici del 118 dopo essersi visti prima sospendere l’indennità oraria e poi prelevare direttamente dallo stipendio centinaia di euro al mese per recuperare gli indennizzi degli ultimi dieci anni e contribuire a sanare il deficit economico dell’Asp, hanno anche dovuto vedere le assunzioni in corsa di professionisti chiamati a tappare i buchi di organico creati proprio da questo colpo di forbice sugli stipendi. Ma i nuovi assunti vengono retribuiti quasi il doppio di quanto i convenzionati prendevano al netto delle indennità. Dove starebbe allora il risparmio?

Giornalista
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