Il caso

Scalea, l’aviosuperficie è chiusa e l’elisoccorso è costretto ad atterrare nell’area parcheggio

Scoppia la polemica dopo un post al vetriolo del consigliere di minoranza Paravati. Il sito è attualmente senza gestori, dopo un lungo braccio di ferro tra il Comune e l'imprenditore che se n'è occupato per anni. La maggioranza: «Si avvisino i vigili come per lo stadio e i cancelli saranno aperti»

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di Francesca  Lagatta
10 maggio 2024
17:23
La foto pubblicata su Facebook dal consigliere di minoranza Angelo Paravati
La foto pubblicata su Facebook dal consigliere di minoranza Angelo Paravati

Da quando la sanità del Tirreno cosentino è stata smantellata, spogliata, ridotta all'osso, l'unico barlume di speranza per i residenti è rappresentato dal servizio di elisoccorso, che riduce drasticamente i tempi di trasporto verso le strutture più idonee, anche se lontane. Ma l'elicottero del 118 non può atterrare ovunque, per ovvie ragioni e per questo l'aviosuperficie di Scalea ha rappresentato per molto tempo un porto sicuro. Solo che, al momento, sembra essere caduta anche questa certezza. La pista d'atterraggio, infatti, risulta chiusa a causa dello sgombero ordinato dal Comune, proprietario dell'area, che si è rimpossessato del bene dopo un lungo braccio di ferro con il gestore, l'imprenditore privato Alberto Ortolani. Secondo quanto riscontrato dall'ente guidato da Giacomo Perrotta, che si era rivolto all'Enac, Ortolani non avrebbe più alcun titolo per gestire l'aviosuperficie, dal momento che dal 2008 non risulta più alcun rinnovo della concessione. Tuttavia, l'aver sgomberato l'area prima di aver individuato un nuovo gestore è stata una decisione contestata da molti.

L'episodio

L'episodio che ha riacceso gli animi si è registrato mercoledì scorso. Un uomo di Santa Maria del Cedro ha accusato un malore ed è stato subito soccorso e trasportato da un'ambulanza nei pressi dell'aviosuperificie, dov'era atteso, come di consueto, l'arrivo dell'elicottero del 118. Ma in quella occasione, il mezzo dei soccorsi è stato costretto ad atterrare nell'area dei parcheggi dell'aviosuperficie, perché la pista risultava incustodita e i cancelli chiusi con il lucchetto.


Le parole di Paravati

Della vicenda si è occupato Angelo Paravati, consigliere comunale di minoranza e leader del gruppo "Per Scalea", che ha pubblicato su Facebook un post al vetriolo. «Costretti ad atterrare nel parcheggio - ha scritto, allegando una foto - e le ambulanze come accedono? Facili le azioni di forza, difficile ponderare le conseguenze. Senza parole, perché sarebbero gravi. Continuate a fare selfie».

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La risposta di "Scalea Europea"

Immediata è stata la risposta di "Scalea Europea", il gruppo di maggioranza consiliare, che ha provato a respingere le accuse al mittente. «Il Sig. Paravati continua nel suo delirio ed è chiara la sua sindrome dell'abbandono - si legge sulla pagina, sulla quale è stato condiviso anche uno screenshot del post del consigliere di minoranza -. In questo caso è giusto ricordare al Sig. Paravati che anche quando l'elisoccorso atterra nello stadio comunale, vengono avvisati i vigili urbani che prontamente vanno ad aprire i cancelli dello stadio. Anche in questo caso si sarebbe potuto avvisare e si sarebbero aperti i cancelli dell'aviosuperficie. Perché il Sig. Paravati, ed altri, non spiegano pubblicamente perché la difesa di una gestione senza titolo dell'aviosuperficie? Capiamo che gli amici vanno difesi, ma non quando sbagliano e gli amici in questo caso hanno sbagliato molto... e lui lo sa».

La contro risposta 

La risposta piccata di "Scalea Europea" non è però bastata a mettere a tacere Paravati, che ha subito replicato: «Per quanto siano puerili nel vano tentativo di difendere il nulla, i resti di Scalea Europea - cioè chi si nasconde dietro la sigla perché non ha gli attributi per scrivere in prima persona - continuano a scrivere sciocchezze. Basterebbe, invece, chiedere solo scusa alla città ed impegnarsi a rimediare agli strafalcioni dei loro (suoi) protetti». Ma in conclusione, Paravati prova a tendere la mano: «Ovvio - scrive in ultimo Paravati -, il mio invito ad un incontro pubblico è sempre valido».

 

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