Diritti negati

Carol alla gita ma il bus per disabili non c’è: l’incredibile epilogo della vicenda di Zungri

Nonostante le proteste della mamma della bimba sulla sedia a rotelle e l’aumento della quota di partecipazione per reperire un mezzo attrezzato, alla fine a Serra San Bruno c’è dovuta andare con il pullmino del suo Comune

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di Enrico De Girolamo
31 maggio 2022
18:27
A sinistra Carol a bordo del pullmino del Comune di Zungri. A destra, con la mamma Rosetta e il sindaco di Serra San Bruno, Barillari
A sinistra Carol a bordo del pullmino del Comune di Zungri. A destra, con la mamma Rosetta e il sindaco di Serra San Bruno, Barillari

Alla fine la gita a Serra San Bruno si è fatta e Carol si è divertita con i suoi compagni di classe a visitare il Parco avventura e il museo della Certosa. Ma ancora non è possibile mettere una pietra sopra alle polemiche che hanno scandito le scorse settimane, quando la bimba di Zungri, 11 anni, disabile dalla nascita e costretta su una sedia a rotelle, era stata esclusa dalla gita di classe perché il pullman scelto dalla scuola non era attrezzato con una pedana elevatrice che consentisse l’accesso della sedia a rotelle speciale che consente alla bambina, del tutto non autosufficiente, una postura corretta.

Com’è ormai noto, la scuola - travolta dalle critiche - ha fatto marcia indietro e ha trovato un’altra ditta che avrebbe dovuto garantire un bus attrezzato. Poi, questa mattina, l’ennesima amara sorpresa. Il pullman che si è presentato all’appuntamento per portare a Serra i 55 bambini della scuola elementare di Zungri non aveva la pedana per la sedia a rotelle.


Per Carol e alcuni suoi compagni che avrebbero dovuto viaggiare con lei, era disponibile invece un pulmino a 9 posti messo a disposizione dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, associazione di cui la stessa bambina, affetta anche da un grave deficit visivo, è socia.

“Ok, a questo punto, va bene anche così”, si è detta tra sé e sé Rosetta Raffa, mamma di Carol, che nei giorni scorsi ha sollevato il caso rivolgendosi al nostro giornale. Ma poi si è accorta che la configurazione del pullmino avrebbe costretto la figlia a viaggiare praticamente da sola, senza nessuno accanto alla sua sedia, a cominciare dai compagni di classe. Soluzione che la giovane madre, sin dall’inizio della vicenda, ha rifiutato, proprio per contrastare l’implicita discriminazione che esprime. Tanto più che la ricerca di un bus granturismo adatto aveva anche fatto lievitare la quota di partecipazione, passata da 34 a 41euro, per un totale di 385 euro (donati da un professionista vibonese che è voluto rimanere anonimo).
Ma com’è possibile che dopo tante polemiche, tante parole, con l’eco della vicenda che ha varcato i confini regionali ed è rimbalzata in mezza Italia, anche il secondo pullman non fosse attrezzato?  

Lo spiega Giuseppe Bartucca, presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovendenti: «Circa dieci giorni fa - dice - il titolare della ditta incaricata per il trasporto è venuto a trovarci presso i nostri uffici, chiedendo di poter usufruire - per le date del 26 e del 31 maggio - del nostro pulmino a 9 posti con pedana per disabili. Abbiamo dato la nostra piena disponibilità, pensando si trattasse di piccoli numeri e non certo che la ditta intendesse far viaggiare separatamente dal resto della scolaresca i bimbi con disabilità».

Di fronte al rifiuto della mamma della bambina di far viaggiare la figlia da “sola”, il pullmino è rimasto inutilizzato, parcheggiato dinnanzi alla scuola. Per risolvere l’impasse è intervenuto il Comune di Zungri, che ha messo a disposizione il suo mezzo, più inclusivo perché dotato di sedili accanto all’area destinata ad ospitare la sedia a rotelle.
Finalmente la comitiva è potuta partire per Serra San Bruno, anche se l’undicenne non ha potuto viaggiare con tutti gli altri compagni, ma solo con un gruppo più piccolo.    

«La cosa che ci lascia stupiti - continua Bartucca - è aver avuto conferma che è stata chiesta ai partecipanti un’integrazione economica per avere un mezzo idoneo per tutti gli alunni. Precisiamo che l’Uici aveva chiesto alla ditta solo una libera offerta e che, oggi più che mai, dichiara di rinunciare ad ogni contributo, sperando che tali situazioni assurde non abbiano più a verificarsi: prima di tutto le pari opportunità, segno di crescita civile e sociale».

Resta quindi irrisolto uno dei quesiti più urticanti di questa piccola ma emblematica storia: perché la quota di partecipazione alla gita è aumentata da 34 a 41 euro a persona, se anche il secondo mezzo scelto non consentiva comunque il trasporto di una bimba disabile in sedia a rotelle?

«Davvero non me lo so spiegare - commenta la mamma di Carol -. Prima mi hanno fatto sentire responsabile dell’aumento del “biglietto” perché insistevo a voler far viaggiare mia figlia con gli altri bambini, poi, quando stamattina ho visto il pullmino per il trasporto dei disabili, non ci potevo credere. In questi giorni decine e decine di persone si sono offerte di metterci a disposizione un piccolo mezzo adatto ad accogliere la sedia di Carol, ma io non volevo questo. Volevo che mia figlia potesse stare insieme ai suoi compagni sul bus grande…».
Amarezza che si è stemperata comunque nella bella giornata trascorsa a Serra San Bruno, con il sindaco del centro montano vibonese, Alfredo Barillari, che ha accolto la scolaresca, con tanto di foto ricordo con la piccola Carol.

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