In Calabria una casa-famiglia per accogliere disabili dopo la morte dei genitori

VIDEO | A metà febbraio quattro ragazzi con disabilità dormiranno per alcuni giorni della settimana nella struttura di Praia diretta da Franca Parise, presidente della onlus Teniamoci per mano. Saranno i cittadini a far fronte alle spese 

di Francesca  Lagatta
7 febbraio 2020
17:20

Dormire nella struttura cinque notti a settimana per "allontanarsi" gradualmente dalla propria famiglia, in modo che, anche dopo la morte dei propri genitori, le persone disabili continuino a dormire in un posto a loro familiare, evitando così il trauma del distacco. È l'ambizioso progetto sperimentale "C'entro anch'io" messo a punto da Franca Parise, da oltre un decennio presidente della onlus "Teniamoci per mano".



La casa-famiglia, che sorge a Praia a Mare, accende i riflettori sul "Dopo di noi", il momento in cui le persone con disabilità più o meno grave restano senza gli affetti più cari e di conseguenza senza assistenza. «La necessità di avviare il progetto - spiega la Parise -, nasce dall'esigenza di dare risposte e certezze alle famiglie, che non possono contare sulla presenza di strutture pubbliche adeguate sul territorio dell'alto Tirreno cosentino».


Le sorti del centro nelle mani della comunità

La particolarità del progetto "C'entro anch'io" è soprattutto la formula. Per ovviare alle leggi poco chiare in materia e alle lungaggini della burocrazia, i fondi necessari saranno reperiti tramite donazioni della comunità praiese, che da sempre conosce e supporta le iniziative dell'associazione diretta da Franca Parise. Con l'apertura notturna del centro, servirà altro personale, altro cibo per cene e colazioni, più prodotti per la pulizia della struttura e per l'igiene personale.  «Ma chiediamo ai cittadini la rinuncia di un caffè al bar - precisa Parise -. Se parteciperanno tutti, non ci sarà bisogno di bussare alle istituzioni e potremo dimostrare ancora una volta che con un pizzico di buona volontà tutto è possibile».

 

Pochi i posti disponibili

Se proprio si deve muovere una critica al progetto, è certamente quella dei posti limitati. «Siamo aperti a tutti e siamo pronti a coinvolgere anche persone disabili al di fuori del nostro centro - dice ancora la Parise - ma purtroppo al momento i posti letto sono limitati, così come il personale. Ma è solo l'inizio, siamo sicuri che l'affetto dei cittadini come sempre ci travolgerà». Al momento la struttura conta una decina di persone, mentre il nuovo progetto, che partirà a metà febbraio, coinvolgerà "solo" quattro dei ragazzi che frequentano il centro.

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