L’indagine

Cassano Ionio, il ruolo del consigliere comunale Marco Guidi nell’inchiesta contro il narcotraffico

Dimessosi dopo la notifica dell'ordinanza cautelare, avrebbe aiutato uno degli indagati vicino agli Abbruzzese a recuperare un quantitativo di droga

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di Antonio Alizzi
1 luglio 2023
15:00
Cassano (Foto dal sito del Comune)
Cassano (Foto dal sito del Comune)

L'ultima indagine della Dda di Catanzaro ha travolto anche Marco Guidi, consigliere comunale di Cassano Ionio, dimessosi ieri dopo aver ricevuto la notifica dell'ordinanza cautelare firmata dal gip Distrettuale di Catanzaro Sara Mazzotta nell'ambito dell'inchiesta contro gli esponenti delle famiglie Abbruzzese e Forastefano, nonché nei confronti di alcuni soggetti legati alla 'ndrangheta cosentina.

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Marco Guidi è stato sottoposto all'obbligo di firma solo per un capo d'imputazione che, secondo il teorema accusatorio, sarebbe collegato a un'ipotesi di reato per la quale sono indagati Nicola Abbruzzese, Rocco Abbruzzese, Katia Cairo, Lucia Mastrota, Giuseppe Falbo, Amjad Iqbal e Pasquale Forastefano. 

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In questo caso, il pm Alessandro Riello ritiene che in concorso tra loro gli inquisiti abbiano detenuto e ceduto svariati quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed eroina destinate alle piazze di spaccio della Sibaritide. Il tutto al fine di agevolare la cosca di 'ndrangheta degli Abbruzzese di Cassano Ionio, egemone nel territorio per quanto riguarda il narcotraffico. Cinque gli episodi contestati nei quali Nicola Abbruzzese avrebbe consegnato a Maurizio Falbo, Katia Caruso, con la presunta collaborazione di Lucia Mastrota e Giuseppe Falbo, ingenti quantitativi di droga, da occultare in luoghi sicuri. 

Quale sarebbe stato allora il ruolo di Marco Guidi in questa vicenda? Quello di aver aiutato Maurizio Falbo a recuperare una delle dosi di sostanze stupefacenti abbandonate per l'intervento di una pattuglia dei carabinieri. Guidi, secondo quanto scrivono i magistrati di Catanzaro, sarebbe stato «pienamente consapevole dell'accaduto» e avrebbe atteso «Falbo nel veicolo, ove custodiva anche il telefono cellulare» di Maurizio Falbo, «non portato con sé per evitare rischi di intercettazioni da parte delle forze dell'ordine».

 

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