’Ndrangheta

Arresti nella Sibaritide, Gratteri: «Mafia strutturata e potente che ha messo sotto scacco un intero territorio»

VIDEO | Il procuratore generale di Catanzaro ha spiegato i dettagli dell'operazione che ha portato a 68 misure cautelari: «Basta parlare banalmente di zingari, qui parliamo di persone che hanno controllato, vessato, estorto gli imprenditori agricoli e del mondo del turismo della seconda grande realtà della Calabria»

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di Redazione
30 giugno 2023
12:11

«Parliamo oggi della Sibaritide e di un’area della Calabria, un’area della provincia di Cosenza poco attenzionata, storicamente con poca presenza di forze dell’ordine, sia di carabinieri, di polizia e di guardia di finanza. Ho lottato anni per avere un potenziamento sulla Sibaritide, la provincia di Cosenza è un territorio sterminato ed è la seconda provincia d’Italia. Sbagliando si è sempre sottovalutata la provincia di Cosenza, si è sempre pensato che non ci fosse mafia, che non ci fosse criminalità organizzata». Così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri illustrando i dettagli dell'operazione scattata questa mattina nella Sibaritide che ha portato a 68 misure cautelari e complessivamente 81 indagati

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Per Gratteri: «si è banalizzato parlando di zingari, intendendo definire una criminalità comune, un gangsterismo, come se fossero gente di rapina. Non è assolutamente così sul piano storico. Siamo perfettamente consapevoli ed è prova di oggi questo risultato importantissimo per me. Si tratta di un’area che a me sta molto a cuore, perché è un’area molto produttiva della Calabria, molto attiva sul piano dell’imprenditoria agricola, sul piano del latifondo sono grandi culture pregiate e ben coltivate con una imprenditoria molto evoluta che riesce ad esportare all’estero e riesce ad essere competitive con l’imprenditoria agricola siciliana o l’imprenditoria agricola di altre regioni molto evolute su questo aspetto. Non dimentichiamo che la vocazione principale della Calabria - continua Gratteri - è l’agricoltura e il turismo. Quell’area della Sibaritide ha fatto una grande accelerazione rispetto ad altre aree della Calabria e allora meritava grande attenzione: gli imprenditori devono stare tranquilli e devono pensare ad essere competitivi con altre aree non solo dell’Italia, ma quanto meno del Mediterraneo con i prodotti che riescono a produrre e poi a vendere. E allora per questo ho insistito come un disco rotto che volevo uomini e mezzi, che volevo dare delle risposte». 


Quindi il procuratore pone l'accento sull'operazione odierna: «Oggi abbiamo questa sintesi importante di questo lavoro con 68 misure cautelari. Questo è importante perché l’imputazione è - prosegue il procuratore - di associazione a delinquere di stampo mafioso e di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, quindi non possiamo più definire questa organizzazione gli zingari della Sibaritide, dobbiamo cominciare di mafia della Sibaritide. Ovviamente queste 68 persone sono presunte innocenti, ma l’imputazione è di mafia, quindi parliamo di soggetti che con il modus operandi tipico della ‘ndrangheta hanno controllato, vessato, estorto gli imprenditori agricoli e del mondo del turismo della seconda grande realtà della Calabria dal punto di vista economico, non quella assistenziale. Poi abbiamo l’imputazione di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga: eroina, cocaina, marijuana in modo significativo».

«Noi abbiamo sempre pensato agli zingari come un’organizzazione che veniva tollerata per fare sfruttamento della prostituzione. Come se ci fosse una sorte di contentino ma non è assolutamente vero. La realtà sul piano giudiziario e investigativo è che noi abbiamo con questa indagine trovato una mafia strutturata e potente che è riuscita e riesce a tenere sotto scacco un territorio vastissimo come la Sibaritide. Ovviamente ci troviamo ad un grande risultato di un’operazione congiunta di polizia e carabinieri. È un lavoro importante, siamo allenati e abituati a questa sinergia. I vertici di polizia, carabinieri, finanza, in Calabria e del Distretto di Catanzaro sanno perfettamente che per noi è fondamentale - conclude Gratteri - la sinergia, sia per la vastità dei reati e sia soprattutto per la cronica carenza di personale»

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