La truffa

Centro di formazione rilasciava false lauree: 8 arresti e sequestri per oltre 3 milioni anche nel Reggino

VIDEO | I controlli a seguito di numerose denunce delle vittime che avevano frequentato la struttura ricevendo attestati non validi. In carcere anche madre e figlie di Condofuri - NOMI

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7 aprile 2022
09:21

Dieci ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere e sequestro beni per 3 milioni e 200mila euro. È il bilancio dell’attività dei finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e personale della Polizia Metropolitana reggina che hanno eseguito, questa mattina, su delega della locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, un’ordinanza di custodia cautelare personale e patrimoniale, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di dieci soggetti, indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falsi ed autoriciclaggio.

Gli indagati

Una delle principali indagate nell'inchiesta "Lucignolo" sui falsi diplomi, nell'ottobre scorso è stata candidata in occasione delle amministrative a Roma. Si tratta di Maria Saveria Modaffari detta "Mary", di 36 anni, che si era presentata al Municipio 1 con la lista "Forza Italia-Berlusconi con Michetti-Libertas-Unione di Centro". Con l'accusa di associazione a delinquere, truffa e falso, oltre alla Modaffari sono finite in carcere anche la madre Anna Maria Mangiola, di 56 anni, e la sorella Fortunata Giada Modaffari, di 31 anni. Quest'ultima, secondo l'accusa, gestiva uno "pseudo ufficio legale" del centro di formazione "Unimorfe", falsamente accreditato al Miur e coinvolto nell'inchiesta coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto Paolo Petrolo. Il gip Karin Catalano, che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, ha concesso il beneficio degli arresti domiciliari per altri cinque indagati: Vincenzo Coluccio (32 anni), Francesca Antonia Mollica (40 anni), Lucia Catalano detta "Lucy" (42 anni), Marco Antonio Labano (37 anni) e Andrea Bennato (49 anni). Obbligo di dimora e presentazione alla pg, invece, per gli indagati Enzo Riggi (50 anni) e Carmelo Labadessa (69 anni). Secondo l'accusa, gli indagati stavano pianificando "l'istituzione di una sede virtuale estera finalizzata al trasferimento di capitali all'estero". La sede virtuale è stata poi realizzata a Cipro. Oltre alla falsificazione dei diplomi e all'organizzazione dei falsi corsi, alcuni dei quali per operatore socio sanitario si tenevano in località Marinella di Bruzzano Zeffirio (Rc), i promotori dell'associazione si sarebbero occupati anche della "materiale gestione dei profitti illeciti" che venivano reimpiegati pure nell'acquisto "di immobili a Roma".


I corsi offerti dal centro di formazione

I controlli sono partiti proprio per verificare le denunce, presentate all’Autorità Giudiziaria, da persone truffate che avevano frequentato alcuni corsi offerti dal centro di formazione, ma i cui titoli erano stati ritenuti non validi nell’ambito di procedure valutative del personale, all’interno di Pubbliche Amministrazioni. Le persone indagate sarebbero state in grado di fornire diplomi di laurea di università straniere con la relativa omologazione, di università italiane telematiche nonché certificati di conoscenza della lingua inglese e abilitazioni all’attività didattica nell’ambito dell’assistenza educativa, all’esito di corsi.

Il sequestro

Le attività formative, dai prezzi esosi, erano organizzate in varie sedi, ma non erano riconosciute dalle istituzioni in alcuni casi, i titoli erano rilasciati senza la frequenza di alcun corso o il superamento di alcun esame. Una delle promotrici dell’associazione, inoltre, è indagata anche per appropriazione indebita poiché, in qualità di rappresentante legale di un sindacato di Condofuri, si sarebbe appropriata di circa 300.000 euro depositati sul conto corrente dell’organizzazione sindacale, mediante prelevamenti e bonifici su conti correnti propri o dei familiari.

In esito agli accertamenti patrimoniali, l’Autorità Giudiziaria ha disposto, inoltre, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di rapporti finanziari e due immobili di pregio nel Comune di Roma, nella centralissima Via degli Scipioni, nella disponibilità dei promotori dell’organizzazione. Tali beni, aventi un valore complessivo di oltre 3.200.000 euro, sono il provento dell’attività illecita posta in essere dai componenti dell’associazione e oggetto di autoriciclaggio.

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