Lo ha deciso il Tar Lazio pronunciandosi sul ricorso promosso dall’ex sindaco Nicola Parretta. Per i giudici amministrativi è necessario garantire l’effettività del diritto di difesa
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Un mese di tempo è stato concesso dal Tar del Lazio al ministero dell'Interno per consegnare tutti gli atti che nell'aprile scorso hanno portato all'emissione del decreto del Presidente della Repubblica di nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del Comune di Badolato (Catanzaro).
La decisione è contenuta in un'ordinanza istruttoria pubblicata nell'ambito di un ricorso amministrativo proposto dall'ex sindaco Giuseppe Nicola Parretta. Il Dpr contestato fa seguito al decreto del 24 febbraio 2025 con il quale il Consiglio comunale della cittadina calabrese è stato sciolto per dimissioni dei consiglieri di minoranza; e considerato che «all'esito di approfonditi accertamenti - si legge nel provvedimento presidenziale - sono emerse forme di ingerenza della criminalità organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialità dell'attività comunale».
Il Tar, premesso che nel corso della camera di consiglio del 12 novembre scorso è stata ribadita dal patrocinatore del ricorrente la necessità di conoscere gli atti istruttori riservati posti a fondamento del decreto contestato al fine di articolare al meglio le proprie difese, ha osservato come nel fascicolo «sono presenti unicamente il decreto presidenziale di scioglimento del Comune e contestuale nomina della Commissione straordinaria del 23 aprile 2025, unitamente alla relazione (omissata) del Ministro dell'interno del 10 aprile 2025 e alla relazione (del pari oscurata) della Prefettura».
E proprio al fine di assicurare l'effettività del diritto di difesa, i giudici hanno ritenuto necessario acquisire l'intera documentazione relativa alla procedura contestata, priva di oscuramenti e completa di tutta la documentazione allegata.

