Rimborsopoli

Cosenza, creste sui rimborsi al Comune: per Mario Occhiuto chiesta la condanna a 3 anni e mezzo

L'ex sindaco sarà giudicato con il rito abbreviato. Davanti al Gup Claudia Pingitore, il pm Giuseppe Visconti ha inoltre invocato il rinvio a giudizio nei confronti degli altri tre indagati

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di Redazione
28 gennaio 2022
14:00
L’ex sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto
L’ex sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto

Davanti al Gup del Tribunale di Cosenza, Claudia Pingitore, la Procura rappresentata dal pm Giuseppe Visconti, ha chiesto la condanna nei confronti di Mario Occhiuto nell'ambito del caso rimborsopoli.

L'ex sindaco è l'unico dei quattro indagati ad essere giudicato con il rito abbreviato. Per gli altri tre invece, Visconti ha invocato il rinvio a giudizio. Si tratta dell'ex segretario particolare di Occhiuto, Giuseppe Cirò, e di due funzionari dell'economato, Bruno Palermo e Ada Federico. Peculato, truffa e falso i reati contestati dalla procura per le presunte creste effettuate su spese per alberghi, cene e spostamenti per le quali, secondo la ricostruzione dell'accusa, sarebbero state prodotte false pezze d'appoggio causando un danno alle casse comunali di circa 85 mila euro.


Quelle ricevute avrebbero consentito di riscuotere somme anche per viaggi in realtà mai effettuati. «Nei confronti di Occhiuto, il pm Visconti in considerazione del ricorso al rito abbreviato, ha chiesto l'applicazione della pena di tre anni e sei mesi di reclusione ed il sequestro di beni  finalizzato alla confisca, per un ammontare di 100mila euro».

 

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