Crotone, bando deserto e servizio scuolabus sospeso: protesta delle mamme

VIDEO | L’ente dovrà ora espletare una nuova gara, ma intanto restano i disagi per le famiglie, soprattutto per quelle che vivono nei quartieri periferici

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di Francesca Caiazzo
8 aprile 2021
15:15

Alunni di asili, scuole elementari e prima media sono tornati in classe da ieri, quasi in tutta la Calabria, tranne in quei comuni dove, vista la situazione epidemiologica, i sindaci hanno prorogato la sospensione della didattica in presenza. A Crotone, però, molti bambini rischiano di non poter andare a scuola perché non sanno come arrivarci.

Servizio sospeso

Il trasporto scolastico è stato sospeso dal Comune già prima di Pasqua, in attesa del nuovo bando per l’affidamento del servizio, che però è andato deserto. L’ente dovrà ora espletare una nuova gara, ma intanto restano i disagi per le famiglie, soprattutto per quelle che vivono nei quartieri periferici, come Fondo Farina.


«Quello che sta succedendo a Crotone è scandaloso, il trasporto scolastico è un servizio essenziale – afferma Alfonso Gaetano, presidente del comitato di quartiere Tufolo Farina – Noi stiamo raccogliendo tante segnalazioni di famiglie che sono impossibilitate a portare i propri bambini a scuola: si sta negando il diritto allo studio».

Insorgono le mamme

Venendo meno il servizio, per le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori e si hanno più figli, diventa un’impresa organizzarsi: «Gli orari di lavoro miei e di mio marito non coincidono con quelli della scuola. All’inizio dell’anno ci siamo organizzati contando sullo scuolabus, ora col servizio che è stato interrotto all’improvviso, è davvero impossibile. Non sappiamo proprio come fare» ci racconta una mamma di 4 bambini.

«Anche io e mio marito lavoriamo, lui fa i turni in ospedale, non ha sempre gli stessi orari. Se mio figlio manca da scuola, la giustificazione la porto dal sindaco così me la firma lui?» aggiunge un’altra donna, secondo la quale il vero disagio lo stanno vivendo proprio i più piccoli. In questo periodo funestato dall’emergenza sanitaria, «ai bambini, la scuola è l’unica parvenza di normalità rimasta, per il resto stanno vivendo un’infanzia privata. Sono amareggiata per i miei figli che si stanno perdendo tutto».

Giornalista
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