Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato di Crotone ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone, gravemente indiziate di gestire un’attività organizzata di raccolta di scommesse sportive per conto di allibratori esteri privi di concessione, autorizzazione o licenza nella provincia di Crotone. Contestualmente è stato disposto il sequestro preventivo della società e dei beni aziendali ad essa riferibili.

Le indagini, avviate nel 2024 dalla Squadra Mobile di Crotone e coordinate dalla Procura della Repubblica guidata da Domenico Guarascio, hanno permesso di raccogliere «gravi elementi indiziari circa l’esistenza di un gruppo di soggetti che si occupava della raccolta di scommesse sportive, anche a distanza, per conto di allibratori esteri non autorizzati».

Gli investigatori hanno accertato che alcuni degli indagati, titolari anche di attività di scommesse autorizzate, «assumevano un ruolo attivo nella raccolta o accettazione delle scommesse sportive, occupandosi in prima persona della raccolta del gioco a distanza e mettendo a disposizione siti e conti di gioco collegati a numerosi avventori, in alcuni casi ignari dell’illiceità di tale attività».

Particolare rilevanza hanno avuto le attività condotte presso un centro scommesse facente parte di una società riconducibile a due degli arrestati, dove venivano raccolte scommesse per conto di allibratori esteri non autorizzati, con ricariche e riscossioni di vincite in denaro.

Il provvedimento giudiziario ha quindi previsto il sequestro preventivo della società e dei beni aziendali ad essa riferibili. L’azione della Polizia di Stato si inserisce in un più ampio piano di contrasto al gioco illegale, con particolare attenzione agli avventori abituali, spesso definiti “ludopatici”, e vittime di una rete che concede somme di denaro a tassi usurari.

«Attualmente sono in corso ulteriori e specifiche attività di controllo sui centri scommesse cittadini», conclude la nota della Questura. L’informativa viene fornita «nell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito, e nel rispetto del diritto degli indagati che, trovandosi nella fase preliminare delle indagini, sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva».