Inchiesta Recovery

Da Napoli a San Luca passando per Amantea: la via della droga dei narcos cosentini

Il pentito Greco svela i canali di rifornimento dei clan e racconta come gli spacciatori più abili del suo gruppo vendessero in media 200 grammi di cocaina e dieci chili di fumo al mese

49
di Marco Cribari
17 maggio 2024
15:04

Un canale aperto a Rosarno e uno a San Luca.  Un fornitore a Marano di Napoli e un altro a Reggio Calabria, ma senza tralasciare Amantea e Crotone. Proviene da questi centri parte della droga -  soprattutto hashish e cocaina - che negli ultimi anni si è riversata sulla città di Cosenza e sul suo hinterland. È solo un quadro parziale giacché, quelli appena descritti, sarebbero i canali utilizzati solo da uno dei numerosi narcos cosentini immortalati dall'inchiesta "Recovery", ovvero Roberto Porcaro.

A svelare questi e altri segreti, è stato Francesco "Checco" Greco, diventato collaboratore di giustizia a seguito dell'operazione "Reset" dopo essere stato, per tanto tempo, fidatissimo assistente del viceboss proprio in materia di droga. Era lui a ritirare gran parte dei carichi di stupefacenti per conto del suo capo e, dopo averli portati a destinazione, si occupava dello stoccaggio e della successiva consegna agli spacciatori. Un ruolo strategico e operativo, dunque, che gli ha consentito di seguire un po' tutte le fasi dell'attività illecita da posizione più che privilegiata.


Leggi anche

Dalle sue mani sarebbero passate quantità monstre di droga. Un chilo di cocaina e ben venti di hashish sostiene di averli prelevati, in un'unica soluzione, nel 2016 ad Amantea, dai fratelli Suriano. Costo dell'operazione: centomila euro. Guadagni previsti per l'organizzazione: almeno sei o sette volte tanto. Si trattava di droga di origine controllata dal "Sistema". Segni convenzionali apposti sui panetti, quali teste di leone o marchi di noti profumi e case di moda, valevano da sigillo e da indice di tracciabilità. Fra i compiti di Greco c'era anche quello di controllare che le "griffe" fossero tutte in ordine.

Dicevamo: un giro che, negli anni, dovrebbe aver determinato incassi astronomici per le cosche della presunta confederazione cosentina e per coloro i quali erano coinvolti nell'affare.  Ai magistrati, infatti, "Checco" ha offerto anche le cifre precise della filiera illecita, dal produttore al consumatore. A suo dire, Porcaro acquistava la cocaina a trentotto euro al grammo, la cedeva ai clan "satelliti" per cinquantacinque euro, gli spacciatori la rilevano al prezzo di settanta e la polvere bianca veniva poi smerciata ai clienti che, per assicurarsene un grammo, sborsavano ben cento euro. Un dato statistico a margine: un pusher particolarmente abile, secondo Greco, arrivava a spacciare mensilmente duecento grammi di cocaina e ben dieci chili di fumo.

Leggi anche

Le sue abilità criminali, però, il pentito sostiene di non averle messe a disposizione solo di Roberto Porcaro. Nel periodo in cui quest'ultimo era detenuto, infatti, Greco si sarebbe spostato al seguito di Mario "Renato" Piromallo e per conto suo, avrebbe portato a termine l'acquisto di trenta chili di hashish in quel di Bari. All'epoca, però, i rapporti tra i due gerarchi cominciavano a essere tesi e così, dal carcere, Porcaro gli avrebbe ordinato di stoppare ogni altra collaborazione.

Giornalista
GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top