Quello dei giorni scorsi è solo l’ultimo dei dei danneggiamenti subiti. Il referente di Libera: «Credo che sia un segnale di paura, non di coraggio. Non ci fermeremo. Abbiamo vinto la paura, sconfiggeremo anche loro»
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La battaglia tra società civile e mafie rappresenta uno dei conflitti più complessi e cruciali nella lotta per la legalità, la sicurezza e la giustizia. Questo scontro si sta svolgendo nella piana di Gioia Tauro, dove un altro incendio, dopo quello dei giorni scorsi in località Pontevecchio, ha colpito un terreno confiscato alla 'ndrangheta gestito dalla cooperativa Valle del Marro Libera Terra. Le fiamme hanno devastato 830 alberi, 11 ettari di uliveto in località Baronello frazione di Castellace nel comune di Oppido Mamertina.
«Io credo che loro stiano approfittando del fatto che anche politicamente, in questo momento, l'attenzione alle mafie sia scemata- ha dichiarato ai nostri microfoni Don Pino De Masi referente di zona di Libera e parroco del Duomo di Polistena, da sempre in prima linea con coraggio nella battaglia contro la criminalità -.Credo il Governo debba attenzionare molto queste realtà. Ma non solo formalmente. Queste cooperative hanno bisogno di risorse economiche nuove, incoraggiamento, sicurezza, presenza che tuteli i cittadini e l’impegno di tutti. La storia ha dato ragione a questi ragazzi, tantissimi altri hanno seguito il loro esempio.
Di fronte a chi cammina con la schiena dritta ed effettua una narrazione diversa della Calabria, la mafia non sta a guardare. Ma forse non ha fatto i calcoli con la società civile che è cresciuta. Come Libera, come ragazzi della Valle del Marro, non ci fermiamo. Abbiamo vinto la paura, sconfiggeremo anche loro. Continueremo a resistere, andare avanti. Anche perché abbiamo a fianco a noi tutta la società civile che intende voltare pagina. Credo che da parte delle mafie sia un segnale di paura, no di coraggio. Stiamo diventando più forti di loro e tentano ogni tanto di farsi vivi. Ma non prevarranno. Supereremo anche questa».
È un’autentica lotta tra bene e male, tra il desiderio di mantenere un ordine civile, etico e legale da parte della società, e le strutture criminali, che, con pratiche di corruzione, intimidazione, violenza e sfruttamento, cercano di infiltrarsi e controllare territori, economie e istituzioni.
La cooperativa sociale Valle del Marro - Libera Terra è stata presa di mira da un vero progetto criminale. La realtà attiva da oltre 21 anni nella Piana di Gioia Tauro, per promuovere legalità democratica e inclusione socio-lavorativa sui terreni confiscati alle cosche mafiose, aveva già subito nelle settimane scorse altri danneggiamenti, che erano costati il furto degli impianti irrigui di due terreni coltivati a kiwi e a mandarini clementine. E giorni addietro un incendio aveva completamente distrutto una coltivazione di grano gestita dal gruppo in località Pontevecchio a Gioia Tauro.
«Questo attentato è soltanto l'ultimo di una serie di tentativi di avvilire l'attività virtuosa di questa cooperativa, che rappresenta l'esempio più bello di come da beni confiscati all'attività mafiosa si possa costruire tanto lavoro e ricchezza per il territorio- ha dichiarato il sindaco gioiese Simona Scarcella -. Ovviamente, noi come amministrazione comunale, non intendiamo fare un passo indietro rispetto al contrasto alla criminalità organizzata. Siamo al fianco della cooperativa non soltanto a parole, ma con ogni iniziativa di tutela e di supporto che dovesse rendersi necessaria. La mia amministrazione sta cercando in tutti i modi di restituire alla collettività i beni confiscati, perché, finché restano inutilizzati, la mafia vince. Noi, invece, dobbiamo sconfiggerla riprendendo possesso, uso e titolarità di questi beni. Ma in concreto, facendoli utilizzare a persone che operano nel sociale, cooperando con le istituzioni per la legalità».
Il contrasto alle mafie richiede impegno costante, collaborazione tra istituzioni e cittadini, e una forte volontà di cambiare mentalità, affermare i valori del bene come faro per una società più giusta e sicura.