Processo a Crotone

Davide Ferrerio, scontro in aula su una perizia che metterebbe in dubbio il legame diretto tra l’aggressione e il coma

Oggi la prima udienza d'appello per Niccolò Passalacqua, il 23enne già condannato a oltre vent'anni di carcere per la violenza che ridusse in fin di vita il ragazzo bolognese: spunta un nuovo documento che potrebbe rimescolare le carte

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di Procolo Guida
24 gennaio 2024
17:17

Si potrebbero ingarbugliare e non poco a causa di una perizia, la certezza delle pene ed i processi a carico dei responsabili della brutale aggressione subita da Davide Ferrerio che giace in stato vegetativo in un letto di nosocomio per degenti in coma. C’è una perizia acquisita nel procedimento ordinario presso il Tribunale di Crotone a carico di Anna Perugino, mamma quarantaduenne di Martina Perugino, la ragazzina, all’epoca del fatto ancora minorenne, al centro di tutta la vicenda che ha portato all’aggressione di Ferrerio, avvenuta anche per un tragico scambio di persona.

Una perizia, a firma del dottor Introna, che metterebbe in dubbio la diretta causalità dell’aggressione con lo stato vegetativo in cui è costretto Davide; una perizia che, seppur fortemente contestata dai legali dei familiari di Davide nello specifico che con altrettante analisi video si apprestano alla prossima udienza del 6 febbraio prossimo, oggi è invece stato richiesto che venga acquisita nel processo di appello a Niccolò Passalacqua la cui prima udienza si è celebrata alla Corte d’Appello di Catanzaro.


Le contestazioni dei legali dei familiari di Davide riguardano anche l’aspetto più specificatamente giuridico perché, avendo scelto il rito abbreviato con sconto di pena, l’appello non dovrebbe poter concedere l’ammissione di nuovi e diversi atti.

Nell’udienza di appello al rito abbreviato di oggi vi è stata dunque tensione e scontro tra le parti perché è ovvio che ammettendo questa tesi vi sia il rischio di vedere ribaltare il prevedibile esito di conferma di forte condanna di Nicolò Passalacqua, il 23enne di Colleferro che il 21 aprile dello scorso anno è stato condannato, dal Tribunale di Crotone col rito abbreviato, ad oltre 20 anni e 4 mesi di carcere per tentato omicidio pluriaggravato perché, appunto la sera dell’11 agosto 2022, ridusse in fin di vita Davide Ferrerio, bolognese di 22 anni, mentre si trovava in vacanza a Crotone come di consueto al seguito della madre, originaria della città pitagorica.

Così come centrale rischia di diventare questa perizia accolta anche in tutti gli altri procedimenti che pure avevano visto la Procura generale di Catanzaro impugnare il proscioglimento di Alessandro Curto, riportando nel processo l’altro 32enne che aveva inviato il messaggio "ho una maglietta bianca" che ha causato lo scambio di persona con Davide, poi picchiato da Nicolò Passalacqua con tutta la squadra punitiva al seguito.

Viste le forti contestazioni, il giudice Bianchi che presiede all’Appello ha rinviato l’udienza al prossimo 28 febbraio, ma c’è forte preoccupazione vista anche la clamorosa decisione della Corte di Cassazione di ricominciare con il processo alla stessa Martina Perugino all’epoca dei fatti ancora minorenne, e che si terrà il prossimo 31 gennaio davanti al Tribunale dei minori di Catanzaro. Preoccupazioni che farebbero presagire una possibile derubricazione di quello che le indagini, le intercettazioni e le telecamere hanno in vario modo rappresentato come un vero e proprio “commando” che andava a farsi giustizia per una chat che si rivolgeva ad una ragazzina di cui si reclamava la proprietà, e che questa rabbia inconsulta fosse così cieca e barbara poi venne dimostrato anche dall’evidente scambio di persona.

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