Chiesa calabrese

Diocesi Mileto, il nuovo vescovo si presenta ai fedeli: «I figli sono il più grande dono che Dio vi ha fatto»

Toccante insediamento di Mons Attilio Nostro. La cerimonia è iniziata poco prima delle 17, nella cattedrale di Mileto, con il primo gesto del nuovo pastore: il bacio del crocifisso e la benedizione impartita ai fedeli 

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di Cristina Iannuzzi
2 ottobre 2021
20:45

Commozione e spunti di profonda riflessione. È questa la cifra del toccante discorso del nuovo vescovo di Mileto-Nicotera e Tropea, Attilio Nostro, che oggi si è insediato alla guida della antica diocesi vibonese. La cerimonia è iniziata poco prima delle 17, nella cattedrale di Mileto, con il primo gesto del nuovo pastore: il bacio del crocifisso e la benedizione impartita ai fedeli che si erano radunati sul sagrato della basilica.  

La cerimonia di insediamento

Presenti il vescovo emerito di Lamezia, Vincenzo Rimedio e quello di Locri-Gerace, Francesco Oliva, che ha dato il benvenuto all’alto prelato. Alle 17,24 è stata data lettura della bolla di nomina di Papa Francesco e, dopo il canto delle litanie, c’è stata l’imposizione delle mani sul capo del nuovo vescovo da parte degli alti prelati presenti, mentre le campane suonavano a festa, tra la commozione dello stesso presule e l’entusiasmo dei fedeli, nonostante una pioggia copiosa che è stata interpretata come una benedizione divina. Don Filippo Raimondinovicario generale della diocesi, interpretando i sentimenti dei confratelli, ha rivolto il suo messaggio di «fraterno benvenuto» al vescovo Nostro. «Siate “nostro” di nome e di fatto – ha detto -. Nostro per l’affetto, l’amicizia e la gioia di condividere il vangelo di Cristo. Questa chiesa – ha concluso –  vi accoglie credendo in voi come maestro e sperando in voi come guida».


Il toccante discorso del Vescovo

Poi è toccato al presule fresco di nomina papale. Il suo intervento è ruotato intorno alla famiglia e alla ricchezza rappresentata dai figli. «Dio ha inventato la donna per insegnare ad amare – ha detto Nostro -. Ed ha inventato la vita perché i figli potessero insegnare ad amare. Una sposa un giorno mi disse: “Ho promesso a mio marito che sarebbe stato l’uomo che avrei amato più di tutta la mia vita, poi è arrivato il nostro bambino che lo ha scalzato”. Ma quello è un altro amore. Questo bambino ha “educato” la madre già nei nove mesi di gravidanza.  Nove mesi a dire amami per quello che sono. Perché l’amore è così. L’amore ti migliora e ti rimette al mondo e ti ridà il senso della tua vita. Quando mio fratello prese in braccio suo figlio Simone mi disse: “La mia vita fino a oggi non aveva un senso, adesso ce l’ha”». Parole destinate a restare impresse nelle memoria di chi le ha ascoltate, soprattutto quando il nuovo vescovo è sembrato ispirarsi alla famosa esortazione di Papa Giovanni XXIII. «Quando stasera tornerete a casa – ha continuato l’alto prelato -, ricordate che il dono più grande che Dio vi ha fatto è vostro figlio, una responsabilità creativa e generativa».

Giornalista
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