Le accuse

Reggio Calabria, 5mila tonnellate di rifiuti speciali sversati in un torrente: un arresto e 4 indagati - NOMI

VIDEO | Operazione dei carabinieri coordinata dalla Dda reggina. Gli indagati sono accusati di far parte di un’associazione finalizzata al traffico illecito di rifiuti, disastro e inquinamento ambientale

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di Redazione
10 febbraio 2024
07:49

Una persona è stata arrestata e posta ai domiciliari dai carabinieri ed altre quattro risultano indagate nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria su un'organizzazione criminale che avrebbe gestito un traffico illecito di rifiuti. Secondo quanto è emerso dall'indagine, l'organizzazione avrebbe sversato illecitamente oltre cinquemila tonnellate di rifiuti speciali nel torrente Valanidi, uno dei corsi d'acqua che attraversano Reggio.            

Alle persone coinvolte nell'indagine, condotta dai carabinieri della Stazione di Rosario Valanidi, vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, disastro e inquinamento ambientale, attività di gestione di rifiuti non autorizzata e occupazione abusiva di suolo pubblico.  


Agli arresti domiciliari è finito l’imprenditore Bruno Crucitti, 65 anni. Gli indagati sono Daniele Crucitti, Francesco Crucitti, Edoardo Belfiore e Giovanni Salvatore Vittoriano. Sono stati sequestrati quote sociali e patrimonio aziendale della Crucitti group srl. 

L'arresto è stato fatto in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Reggio Calabria su richiesta del Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, e del Procuratore aggiunto, Stefano Musolino. Il Gip ha disposto anche il sequestro preventivo dell'intero patrimonio di un'azienda specializzata in attività di demolizione e movimento terra della quale i titolari ed alcuni dipendenti sono le persone indagate. Sono stati sequestrati anche conti correnti bancari, quote sociali, autocarri, mezzi d'opera ed alcune automobili di lusso.

Gli indagati hanno un'età compresa tra i 35 e i 65 anni ed alcuni hanno precedenti in materia ambientale e per associazione per delinquere di tipo mafioso. Alcuni degli stessi indagati, inoltre, in passato, avevano subito provvedimenti antimafia che avevano portato alla confisca di una società operante nello stesso settore dello smaltimento dei rifiuti e riconducibile a locali cosche di 'ndrangheta. Le indagini sono partite da diversi sopralluoghi dei carabinieri sul torrente interessato dallo sversamento illecito dei rifiuti, che avveniva, tra l'altro, in pieno giorno. I rifiuti consistevano soprattutto in inerti provenienti da attività edili.

 

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